Password complesse? Meglio le frasi, secondo l'FBI
di Riccardo Robecchi pubblicata il 25 Febbraio 2020, alle 18:21 nel canale SecurityL'FBI diffonde un comunicato in cui afferma che è meglio utilizzare frasi come password, piuttosto che password corte e complesse. Una questione di facilità di memorizzazione, ma anche di maggiore difficoltà nel craccare password lunghe
49 Commenti
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sì più lunghezza più entropia ma c'è un ma:
un algoritmo di brute forcing potrebbe essere ottimizzato tale per cui se superati 3 caratteri (lettere) consecutive, al posto di fare brute forcing di tutte le lettere e numeri per le successive si potrebbe utilizzare parole pescate dal dizionario.
Es: questa_pwd_robusta, dopo aver letto 'que' potrebbe cominciare a scorrere in dizionario per capire che parole inizia per que e provare tutte quelle. le parole che iniziano per que sono poche comparate con il numero (62^3)/2 che sono il numero medio di test per 3 caratteri a...z A...Z 0..9
cercare di capire come ottimizzare l'algo per i caratteri speciali non è semplice ma una cosa che va fatta sicuramente è provare a fare queste sostituzioni/prove 4=a, 1=i... insomma quelle corrispondenze numeri/lettere classiche
l'unica soluzione è fare si che il carattere successivo di una pwd sia imprevedibile e certamente usare una parola di dizionario riduce notevolmente il numero di confronti necessari
appunto chi la vuole cambiare? :xd
è molto meglio una pwd del genere BfO1UyfcLK2b8KoTQJx8 piuttosto che una fatta di parole e lettere di lunghezza maggiore... non serve un genio a capirlo
Ilgatttosimangialagattta
credo sia più forte della tua ma si ricorda molto facilmente
sì più lunghezza più entropia ma c'è un ma:
un algoritmo di brute forcing potrebbe essere ottimizzato tale per cui se superati 3 caratteri (lettere) consecutive, al posto di fare brute forcing di tutte le lettere e numeri per le successive si potrebbe utilizzare parole pescate dal dizionario.
Es: questa_pwd_robusta, dopo aver letto 'que' potrebbe cominciare a scorrere in dizionario per capire che parole inizia per que e provare tutte quelle. le parole che iniziano per que sono poche comparate con il numero (62^3)/2 che sono il numero medio di test per 3 caratteri a...z A...Z 0..9
cercare di capire come ottimizzare l'algo per i caratteri speciali non è semplice ma una cosa che va fatta sicuramente è provare a fare queste sostituzioni/prove 4=a, 1=i... insomma quelle corrispondenze numeri/lettere classiche
l'unica soluzione è fare si che il carattere successivo di una pwd sia imprevedibile e certamente usare una parola di dizionario riduce notevolmente il numero di confronti necessari
appunto chi la vuole cambiare? :xd
è molto meglio una pwd del genere BfO1UyfcLK2b8KoTQJx8 piuttosto che una fatta di parole e lettere di lunghezza maggiore... non serve un genio a capirlo
Non credo che funzioni come nei film, che indovini una lettera alla volta e una lucetta verde ti dice che è giusta...
La password, per forzarla, devi indovinarla tutta intera in un colpo...
Non c'è modo di sapere se ci sono tre lettere consecutive, e solo dopo decidere di usare un dizionario...
Più semplice di così...
...
Anche perché così potrei fare i bruteforce a mano
Certo si possono fare i bruteforce con le parole, ma trovato il problema, trovata la soluzione
Passw0rdKeyw0rdM0tdepass
Tre lingue e le parole non sono tali.
Comunque esistono anche le non parole. Cioè sequenze di grafemi o sillabe grammaticalmente legali, ma che non hanno un significato.
Più semplice di così...
Qualunque password, ma in generale qualunque sequenza di caratteri, generate da un "computer" (che sia quello tuo di casa, i server google, il cellulare, la PS4 o il Commodore-64 di tuo nonno che ancora funziona) si basano su un algoritmo, o programma che dir si voglia.
E qualunque algoritmo è basato su delle funzioni, tendenzialmente di natura matematica, che per loro natura generano quei caratteri su quelle funzioni matematiche, quindi riconducibili ad un preciso schema logico. Di conseguenza non c'è nulla di casuale. Programmi adeguatamente studiati possono anzichè andare solo di forza bruta, estrapolare lo schema logico dietro il quale si cela quella generazione casuale, e a quel punto sarebbe come avere la chiave di decriptazione di un codice.
Quindi è sempre meglio premere tasti a caso sulla tastiera che affidarsi a tali sistemi. Tanto per dire (chiaramente è solo la mia esperienza, non fa statistica) quando sono passato a TIM per la fibra di casa mi hanno inviato il modem e per scelta ho deciso di usarlo anche se avrei voluto prenderne uno per conto mio... ma in quel momento non volevo spenderci soldi. Ho lasciato per pigrizia la password del Wi-Fi di default, che conteneva 26 caratteri (ben oltre i 15 consigliati) che se li leggi erano apparentemente casuali.
Beh, pur tenendo nascosto l'SSID, non dando la password a nessuno, non consentendo a nessuno di connettermi alla mia rete e imponendo un accesso tramite riconoscimento dell'indirizzo MAC, dopo qualche mese ho avuto un'intrusione.
Detto ciò: io utilizzo keepass da tempo immemore ormai, devo ricordarmi una sola password (di 18 caratteri) e le altre centinaia di password in mio possesso stanno comode li. Quando serve accedo al database dall'analoga applicazione su smartphone o dal PC di casa.
PS: Se proprio devo memorizzare le mie password da qualche parte, Google è l'ultimo dei posti nel quale andrei a farlo
Google, il gestore di password dei vari browser ecc ecc, per me sono i posti meno sicuri dove conservale.
Meglio un database, magari protetto da una key supplementare (keepass permette questo).
Però preme sottolineare che prima o dopo, la password da qualche parte dovrai inserirla. Ed è lì che, nel caso, l'hacker colpisce. Quando digiti oppure immetti i caratteri. Per questo motivo, bisognerebbe dare importanza maggiore al PC che sia privo di trojan e altro, e poi a quei servizi dove in mezzo ci sono i soldi, senza dimenticare l'account mail dove, scoperte le credenziali, poi è solo una questione di fantasia su quello che puoi fare una volta dentro.
In sostanza, secondo me non basta usare keepass se poi il tuo account di posta, l'accesso al sito web della tua CC oppure della banca, non sono coperti da un sistema a doppia verifica.
Come sempre, il primo sistema di difesa sotto tutti i punti di vista è l'utilizzatore. Se tu per primo, utilizzatore del tuo PC/Smartphone/Quel che è, non prendi le giuste precauzioni quando lo utilizzi, facile che poi rimani fregato.
C'è gente che installa antivirus e antimalware come fossero noccioline sul PC: poi però aprono mail con link sospetti, installano programmi di dubbia provenienza, vanno su siti "poco raccomandabili". A quel punto puoi avere anche password con settordici caratteri compresi i Kanji, non servirebbe a nulla.
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