Snatch, il ransomware che sfrutta la modalità provvisoria di Windows per superare le protezioni

Snatch, il ransomware che sfrutta la modalità provvisoria di Windows per superare le protezioni

I ricercatori di SophosLabs hanno scoperto un nuovo ransomware che riavvia il PC in modalità provvisoria per eludere antivirus e altre protezioni così da agire indisturbato. I riscatti chiesti oscillano fra i 2.000 e i 35.000 dollari

di pubblicata il , alle 10:41 nel canale Security
Sophos
 

I ransomware sono fra i malware più diffusi e devastanti e hanno già fatto vittime illustri, inclusi ospedali, città, aziende. Fortunatamente l'allarme ha spinto i più a prendere protezioni adeguate e ora sono numerose le soluzioni di protezione degli endpoint che bloccano l'azione di questi particolari virus. Gli hacker però non hanno intenzione di arrendersi e continuano a cercare nuove vie per portare a termine questi attacchi, che spesso si rivelano molto redditizi. Un esempio è Snatch, una nuova tecnica di attacco per aggirare le protezioni e installare subdolamente un ransomware.

Snatch: aggirare l'antivirus riavviando Windows

A partire dall'estate 2018, i ricercatori di Sophos hanno individuato una minaccia di tipo ransomware, Snatch. Uno dei tanti malware sul mercato, che però di recente è stato aggiornato con una nuova, pericolosissima, funzionalità: per eludere le protezioni installate sugli endopoint, Snatch riavvia Windows in modalità provvisoria, nella quale gli antivirus sono momentaneamente disabilitati, per poter criptare indisturbato file e cartelle.

Per portare a termine questo tipo di attacchi, i truffatori si affidano a tecniche di attacco classiche, come il Remote Desktop Protocol (RDP) e una volta riusciti ad ottenere un accesso remoto, riavviano la macchina così da poter lanciare il payload e, infine, chiedere il riscatto. 

L'aspetto che colpisce maggiormente non è quello tecnico, ma come gli hacker, in particolare russi, si stanno organizzando per sfruttare al meglio questa minaccia. I ricercatori di Sophos hanno trovato conversazioni su dei forum in lingua russa nelle quali i truffatori cercano dei partner specializzati in hacking dei sistemi di accesso remoto così da poter aumentare i loro guadagni. 

Nella schermata di seguito, il testo recita "Siamo alla ricerca di partners con accessi  RDP\VNC\TeamViewer\WebShell\SQL inj [SQL injection] a corporate networks, negozi e altre aziende".

Snatch ransomware

In altri messaggi all'interno della stessa conversazione, un utente si offre gratuitamente supporto e formazione sull'uso di Snatch, e di concedere ai migliori "studenti" l'accesso a un server sul quale gira Metasploit (uno degli strumenti più utilizzati per hackerare dei sistemi), concludendo con "siamo alla ricerca di nuove persone da aggiungere al nostro team". 

Una vera e propria industria, che tra le altre cose si dimostra diffidente nei confronti di chi non parla russo, come dimostra questa schermata: 

Come difendersi da Snatch?

I ricercatori di Sophos hanno elencato una serie di suggerimenti per proteggere le reti da questo tipo di attacchi: 

  • Essere proattivi andando a caccia delle minacce: avvalersi di un team interno o esterno di esperti specializzati nella sicurezza per tenere costantemente sotto controllo le minacce
  • Implementare tecniche di machine learning/deep learning, mitigazione attiva e rilevamento comportamentale nella sicurezza degli endpoint.
  • Dove possibile, identificare e chiudere i servizi di accesso remoto aperti alla rete Internet pubblica.
  • Qualora l'accesso remoto fosse necessario, utilizzare una VPN con autenticazione multi-fattore, auditing delle password e controllo preciso sugli accessi oltre al monitoraggio attivo dell'accesso remoto.
  • Qualsiasi server con accesso remoto aperto sulla rete Internet pubblica deve essere aggiornato con le patch più recenti e protetto da controlli preventivi (come software per la protezione degli endpoint), ed essere attivamente monitorato alla ricerca di login anomali e altri comportamenti non normali.
  • Gli utenti collegati ai servizi di accesso remoto dovrebbero avere privilegi limitati per il resto della rete corporate.
  • Gli amministratori dovrebbero adottare tecniche di autenticazione multi-fattore e utilizzare un account amministrativo diverso dal loro normale account utente.
  • Monitorare attivamente le porte RDP aperte nello spazio IP pubblico.
16 Commenti
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inited18 Dicembre 2019, 11:08 #1
La pubblica amministrazione non sarà mai in grado di schierare questo tipo di difese...
Saturn18 Dicembre 2019, 11:11 #2
Ma pane al pane e vino al vino, ci si deve infettare scaricando il classico allegato o con le solite altre modalità, o i malintenzionati vanno a caccia di RDP in ascolto per poi sfruttare qualche vulnerabilità di Windows e iniettare 'sta schifezza ?
coschizza18 Dicembre 2019, 11:18 #3
Originariamente inviato da: Saturn
Ma pane al pane e vino al vino, ci si deve infettare scaricando il classico allegato o con le solite altre modalità, o i malintenzionati vanno a caccia di RDP in ascolto per poi sfruttare qualche vulnerabilità di Windows e iniettare 'sta schifezza ?


è anche scritto, la seconda
coschizza18 Dicembre 2019, 11:19 #4
Originariamente inviato da: inited
La pubblica amministrazione non sarà mai in grado di schierare questo tipo di difese...


perceh sola la PA? io direi in generale non le applica praticamente nessuno. Anzi per la PA ormai queste cosse sono obbligatorie per legge quindi e non le applica di fatto rischia multe anche solo per non aversi messo alla pari.
Saturn18 Dicembre 2019, 11:33 #5
Originariamente inviato da: coschizza
è anche scritto, la seconda


"Per portare a termine questo tipo di attacchi, i truffatori si affidano a tecniche di attacco classiche, come il Remote Desktop Protocol (RDP) e una volta riusciti ad ottenere un accesso remoto, riavviano la macchina così da poter lanciare il payload e, infine, chiedere il riscatto."

Si infatti, mi era sfuggita. Tutto si gioca sulle vulnerabilità di Windows non conosciute quindi...vediamo un po' come si evolve questa nuova magagna....
gabmac218 Dicembre 2019, 11:35 #6
purtroppo il desktop remoto, ogni tanto, finisce in qualche problema
Non usandolo, automaticamente, ci si protegge?
inited18 Dicembre 2019, 11:46 #7
Originariamente inviato da: coschizza
perceh sola la PA? io direi in generale non le applica praticamente nessuno. Anzi per la PA ormai queste cosse sono obbligatorie per legge quindi e non le applica di fatto rischia multe anche solo per non aversi messo alla pari.
Perché parlo di cosa conosco, e questo genere di infrastrutture semplicemente non ci sono. Team di esperti messi lì a monitorare le minacce? Come no. Tecniche di machine Learning? Pura fantascienza. Autenticazione multifattore? Gli utenti si scassano le balle già per il fatto di dover cambiare la password regolarmente, prassi entrata in uso solo da pochi anni, l'età media degli utenti è così alta che semplicemente manca la cultura della sicurezza, la formazione non si fa perché sono soldi che possono essere spesi in qualche altro modo, e poi nessun centro di potere riconoscerebbe all'IT l'importanza di cui necessiterebbe, sarebbe una cessione di potere, per di più a gente che appare come strani stregoni, e dato che sono stregoni si può pretendere da loro che facciano magie nel proteggere le infrastrutture anche senza risorse (il classico "sennò a cosa servite voi informatici?" e non parliamo di quando gli informatici nemmeno ci sono perché in alcuni contesti proprio decidi che nemmeno sono necessari, salvo sperare nella buona volontà di qualche smanettone e prendertela con esso o essa quando poi non sono in grado di far fronte alle necessità.
Marko_00118 Dicembre 2019, 11:52 #8
@gabmac2
si, ma pare non mirino ai singoli utenti, dato che dopo l'intrusione parte
lo studio dell'attaccato che si protrae per diverso tempo e con altri strumenti
(Cobalt Strike, Advanced Port Scanner, Process Hacker, IObit Uninstaller,
PowerTool e PsExec)
che per un riscatto (o anche estrazione di dati, come pare faccia)
non vale il disturbo.
-
L'unico caso pubblicamente noto, dall'estate 2018, di attacchi Snatch
riusciti ad oggi è l'infezione del provider ASP.NET,
la società SmarterASP.NET , che serve oltre 440.000 clienti.
-
ps
se scrivono in russo non è detto che siano russi
infatti nel'articolo di sophos non c'è scritto che siano russi
coschizza18 Dicembre 2019, 11:54 #9
Originariamente inviato da: Saturn
"Per portare a termine questo tipo di attacchi, i truffatori si affidano a tecniche di attacco classiche, come il Remote Desktop Protocol (RDP) e una volta riusciti ad ottenere un accesso remoto, riavviano la macchina così da poter lanciare il payload e, infine, chiedere il riscatto."

Si infatti, mi era sfuggita. Tutto si gioca sulle vulnerabilità di Windows non conosciute quindi...vediamo un po' come si evolve questa nuova magagna....


no si parla di falle gia risolte ma loro cercano pc che non hanno messo le patch come fanno in molti purtroppo
Saturn18 Dicembre 2019, 12:00 #10
Originariamente inviato da: coschizza
no si parla di falle gia risolte ma loro cercano pc che non hanno messo le patch come fanno in molti purtroppo


Per questi non spendo una lacrima senza offesa, problemi loro, ma la mia paura rimane per il periodo post gennaio, di Windows 7 e 2008 esposti direttamente su internet con la porta 3389 aperta o, se va bene un'altra per l'RDP, ce ne sono quanti ne vuoi, tutto fatto spesso "artigianalmente" da chi non dovrebbe metterci le mani visto che l'azienda non è la sua, ma dove le amministrazioni però chiudono un occhio e tu devi "abbozzare"...

Quindi per questi irriducibili bisognerà provvedere almeno con le patch a pagamento del supporto esteso, dubito infatti che i vari "malintenzionati" si fermino alle vulnerabilità note già patchabili, questi due sistemi operativi secondo me saranno un bersaglio troppo ghiotto da ignorare...nessun allarmismo per carità, ma la questione non è affatto da sottovalutare...imho.

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