Un datacenter in una miniera attiva, il primo in Europa: ecco Intacture, sorgerà in Trentino

di pubblicata il , alle 11:01 nel canale Cloud Un datacenter in una miniera attiva, il primo in Europa: ecco Intacture, sorgerà in Trentino

In una montagna della Val di Non, all'interno di una miniera attiva, verrà costruito un datacenter unico nel suo genere, almeno in Europa: il progetto Intacture mira a fare innovazione riducendo l'impatto ambientale.

 

"Andare a lavorare in miniera" potrebbe non avere più lo stesso significato di un tempo, almeno per chi si occuperà del progetto "Intacture", il primo datacenter in Europa in una miniera attiva, nel cuore della montagna del Trentino.

Il progetto, da oltre 50,2 milioni di euro (18,4 da fondi PNRR e circa 31,8 da risorse private), è incastonato in una montagna della Val di Non, a 40 km a nord di Trento, nel comune di Predaia, all'interno di una miniera attiva di dolomia dell'azienda Tassullo.

Oltre l'80% della superficie è sotterranea, posta fino a 100 metri di profondità e situata a 600 metri di altitudine. Il datacenter, se realizzato completamente in superficie, avrebbe occupato l'equivalente di 21 piscine olimpioniche, invece ne occuperà poco più di una.

La miniera costituisce "un ambiente naturale che offre condizioni ottimali in termini di protezione da inquinamento elettromagnetico, sicurezza dei dati, risparmio energetico e di suolo, sostenibilità", sostiene una nota stampa.

A tal proposito, il clima naturalmente fresco e la temperatura costante nel sottosuolo di 12 gradi, permetterà a Intacture di ridurre significativamente uno dei principali problemi dei comuni datacenter: il consumo energetico, legato in particolare al raffreddamento dei server, che devono funzionare senza soluzione di continuità.

L'efficienza energetica di Intacture si attesterà infatti su un PUE (Power Usage Effectiveness) inferiore a 1,25 (contro una media di 1,6 dei data center europei) un parametro che rappresenta il rapporto tra l'energia totale consumata dal data center e l'energia necessaria per le apparecchiature IT.

Per quanto riguarda l'approvvigionamento, l'energia che verrà consumata dal centro proverrà da fonti rinnovabili. Tutto questo si traduce in un abbattimento significativo delle emissioni di carbonio e in un ridotto impatto ambientale.

Oltre al datacenter, nascerà anche un polo di innovazione, dove ricerca e sviluppo si intrecceranno su campi di applicazione strategici come scienze della vita, intelligenza artificiale, transizione energetica e cybersecurity. L'avvio dell'attività del datacenter è previsto per il 2026, mentre sono già in stato di avanzamento i lavori edili e infrastrutturali.

Protagonista di questa sfida architetturale, ingegneristica, ambientale e tecnologica è Trentino DataMine, società espressione del partenariato pubblico-privato costituito dall'Università degli Studi di Trento - soggetto attuatore e guida scientifica del progetto - e un raggruppamento di imprese: l'impresa edile e promotore Covi Costruzioni, l'acceleratore di tecnologia e business Dedagroup (Deda), il Gruppo GPI specializzato in digitalizzazione in ambito sanitario e ISA-Istituto Atesino di Sviluppo. Il progetto del datacenter è a cura di In-Site, società di ingegneria integrata specializzata nella realizzazione di infrastrutture tecnologiche complesse.

L'iniziativa ha ricevuto il plauso del Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che ha commentato: "Un nuovo capitolo si apre oggi nel racconto innovativo che le gallerie di Tuenetto stanno scrivendo in questo territorio. Nelle sue gallerie ipogee troveranno spazio non soltanto le celle con i nostri prodotti di eccellenza come le mele, gli spumanti e il Trentingrana. Le nostre realtà produttive e i nostri centri di ricerca, infatti, hanno saputo in sinergia realizzare un progetto unico a livello nazionale, dove innovazione, sicurezza, risparmio energetico e di suolo si coniugano con prospettive di sviluppo e ricerca nel settore tecnologico, oggi sempre più strategico e dai molteplici risvolti per la qualità della vita di tutti i cittadini".

7 Commenti
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Unrue03 Ottobre 2024, 11:47 #1
Bel progetto, ma se la miniera è ancora in uso come si conciliano le due cose?
cignox103 Ottobre 2024, 12:11 #2
--se la miniera è ancora in uso come si conciliano le due cose?

Sará in qualche galleria non piú in uso.

Cmq, progetto adatto per un uso estensivo del data mining :-)
supertigrotto03 Ottobre 2024, 13:29 #3
Ecco come fanno ad estrarre Bitcoin e affini.....me lo ero sempre chiesto,ora è più chiaro....
redrose03 Ottobre 2024, 14:24 #4
In Italia il costo dell'energia elettrica non è competitivo per generare Bitcoin...figuriamoci in un datacenter dove al prezzo della corrente ti aggiungono il prezzo per la dissipazione del calore.
Opteranium03 Ottobre 2024, 14:35 #5
ganzo, potrebbero sfruttare i radiatori nel terreno per la dissipazione, anche se temo servano superfici enormi vista la mole di calore prodotta. Cmq mi pare un'ottima idea
DelusoDaTiscali03 Ottobre 2024, 15:08 #6
Non dimentichiamo che moltissimi progetti hanno come scopo principale "spendere lo stanziamento" (in questo caso 18 milioni di euro del PNRR), se poi il progetto non porta a nulla (e non sarà certo questo il caso) ormai i soldi sono spesi, e chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato...


(...scudammece o' passato simme e' Napule, paisà.
Mparlav03 Ottobre 2024, 18:27 #7
Dovrebbe essere alimentato dalla centrale idro della diga di Santa Giustina.
È piccola, mai i suoi 2-300 GWh l'anno li tira fuori.

Spero che abbiano previsto un buon deumidificatore

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