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Finanza.tech: la fintech che vuole semplificare il dialogo fra aziende e investitori

di pubblicata il , alle 18:21 nel canale Innovazione Finanza.tech: la fintech che vuole semplificare il dialogo fra aziende e investitori

Una piattaforma basata su intelligenza artificiale che semplifica l'incontro fra imprese e investitori, istituzionali o meno. I clienti non si limiteranno a ricevere proposte: non è un comparatore. Finanza.tech suggerisce direttamente le soluzioni che hanno maggiori probabilità di essere accettate

 

Tutte le imprese, indipendentemente dalle loro dimensioni, hanno necessità di accedere ai finanziamenti. E praticamente tutte sono finanziabili. L’approccio al business della fintech Finanza.tech si basa su questo concetto e l’obiettivo della società è quello di mettere in contatto la domanda con l’offerta nella maniera più semplice possibile. Facendo leva su una piattaforma basata su intelligenza artificiale, che aiuta a far incontrare chi cerca capitali con chi li mette a disposizione.

Finanza.tech: l’IA per automatizzare la ricerca di finanziamenti

Arsenio Siani

Tipicamente, quando un imprenditore va alla ricerca di fondi, li cerca nelle imprese vicino a sé”, come le banche o gli istituti finanziari geograficamente più vicini, ci spiega Arsenio Siani, CTO di Finanza.tech. Questo però rende più difficile il trovare fondi, soprattutto se gli investitori si trovano in altri Paesi dell’Europa, come per esempio Lussemburgo, e se si desiderano finanziare attività a rischio mediamente elevato, come nel caso delle startup. In questi casi, più che le banche, gli interlocutori più adatti sono gli investitori non istituzionali, magari in altri Paesi UE, che sono naturalmente portati ad assumersi il rischio di questa tipologia di investimenti. Per una piccola realtà locale, però, non è facile andare alla ricerca di tutte le opportunità di finanziamento disponibili e confrontarle: sarebbe un lavoro mastodontico che richiederebbe tempo ed energie. La soluzione? Lasciare fare tutto all’intelligenza artificiale. Esattamente quello che fa Finanza.tech: mette a disposizione delle aziende, sia startup sia imprese più tradizionali, uno strumento per trovare l’ente più adatto per le loro necessità, selezionando le opzioni migliori e proponendo già le condizioni. A quel punto, bastano pochi clic per selezionare la formula più interessante e accedere ai fondi.

Come funziona Finanza.tech?

La piattaforma di Finanza.tech si basa su un processo suddiviso in quattro passaggi. Il primo è relativo alla registrazione dell’azienda, tramite un portale online, nel quale vengono inseriti i dati chiave. Una volta apposta la firma digitale e inviata la richiesta, si verrà contattati dagli esperti di Finanza.tech per una chiamata conoscitiva, che servirà per dare ulteriori informazioni. A questo punto entra in gioco l’intelligenza artificiale, che si occupa di valutare lo stato dell’azienda e andare alla ricerca delle soluzioni più indicate per lo specifico profilo. KYM (Know Your Match), questo il nome dell’algoritmo, proporrà infine all’azienda cliente le più interessanti fra quelle disponibili. Una volta che il cliente ha scelto la soluzione più adatta alle proprie esigenze, Finanza.tech si occuperà di produrre tutta la documentazione necessaria per avviare la pratica.

Finanzatech

Solo una volta che i fondi saranno erogati, Finanza.tech tratterà la propria percentuale. “Ma Finanza.tech non è un comparatore”, sottolinea Siani. L’obiettivo non è quello di dare una lunga lista di possibilità al cliente e poi lasciare a lui l’onere della scelta. “Noi suggeriamo quelli che probabilmente funzioneranno. Scartando quelli che difficilmente andranno in porto”.

L’IA per valutare l’affidabilità di un’impresa

Come spiega Siani, è relativamente semplice valutare gli investitori, dato che ci sono parametri oggettivi. Più complesso, invece, valutare le aziende che richiedono fondi, perché i bilanci non sono sufficienti dato che alcuni imprenditori sono diventati bravi a nascondere in mezzo al bilancio alcune informazioni. Ecco che per offrire una valutazione attendibile, l’algoritmo di Finanza.tech utilizza un numero molto elevato di parametri  per comprendere se la narrativa espressa dai numeri è coerente oppure meno con le affermazioni depositate.

finanza tech tabella

Per esempio, vengono incrociati gli indicatori della centrale di rischio col la reale situazione dei finanziamenti già richiesti, per avere un quadro più preciso della situazione debitoria. A questo si aggiungono ulteriori indici, come il costo del personale, la situazione del magazzino e molto altro. A favorire l’attività di Finanza.tech le regole PSD2 relative all’open banking, che hanno garantito alle fintech accesso a una quantità enorme di dati: gli estratti conto, la puntualità dei pagamenti degli stipendi, il peso dell’export sulle attività. A queste informazioni si sommano quelle recuperate dati da fonti ufficiali come Infocamere e Opendata, la presenza dei nominativi dei titolari in archivi “scottanti” come le rivelazioni di Wikileaks o i Panama Paper. Così come una serie di dati “qualitativi”. Cosa si intende per qualitativi? “Un fatturato di 5 milioni di euro è un dato quantitativo”, spiega Siani. “L’età del rappresentante legale, invece, è un dato qualitativo”. Questo perché se il rappresentate è molto giovane ma l’azienda esiste da molti anni, può significare che il precedente titolare ha lasciato l’azienda in mano ai figli, magari mantenendone però il controllo dietro le quinte. E questo può fare segnare un campanello d’allarme, perché potrebbe significare un approccio vecchio stampo. Siani ci tiene a sottolineare che tutte queste valutazioni non sono istintive, ma guidate dai dati. E sempre verificate manualmente da operatori umani.

I tempi per accedere ai fondi sono piuttosto brevi: realizzare il dossier da fornire ai potenziali investitori è veloce grazia alla tecnologia impiegata sulla piattaforma di Finanza.tech. Una volta ottenute queste informazioni, degli analisti poi affinano l’algoritmo allo specifico caso per trovare la corrispondenza più adatta alla situazione. Poi la questione passa agli investitori, che possono prendersi un po’ di tempo prima di decidere.

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