Smart Working
Giannini, lo smart working, le opinioni e quella solitudine che non c'entra col lavoro da remoto
di Riccardo Robecchi pubblicata il 12 Ottobre 2024, alle 11:01 nel canale InnovazioneUn articolo sui presunti effetti estremamente negativi del lavoro da remoto ha causato discussioni aspre in Rete. Il fatto è, però, che quando si parla di opinioni bisognerebbe ricordarsi di dirlo
122 Commenti
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Sentire il bisogno di lavorare per non sentirsi soli [B][U]non è normale[/U][/B].
Chi ne soffre sicuramente non ha hobby nè amici reali e scambia i rapporti amichevoli con i colleghi per amicizia.
Si lavora per vivere, non il contrario.
Meglio non lo potevi dire
Solo io preferisco socializzare con persone che più o meno scelgo io e non con gente che mi ritrovo in ufficio?
Solo io preferisco socializzare con persone che più o meno scelgo io e non con gente che mi ritrovo in ufficio?
Eh no devi fare come dicono loro, perchè loro sono la legge
Solo io preferisco socializzare con persone che più o meno scelgo io e non con gente che mi ritrovo in ufficio?
No, in telelavoro non ci si confronta.
Se puoi alzarti, farti un caffè, e tirare liberamente 10 bestemmioni ogni volta che arriva una richiesta da remoto senza che nessuno ti vada a denunciare... non ti stai confrontando. Stai subendo e sfogandoti passivamente.
Stai praticamente facendo come i bambini che ricorrono alla mammina quando l'amichetto fa il monello. Con la differenza che qui nessuno chiama alla mamma dell'amichetto per farvi fare pace.
Qui vi sfugge un ulteriore elemento fondamentale per il lavoro in presenza: l'essere adulti. E molti di coloro che preferiscono lavorare in mutandoni e pantofole... probabilmente adulti non lo sono mai diventati.
Ragazzi (o uomini, se lo siete), fatevene una ragione: evitare il contatto umano è un disagio mentale. Non ci sono "se" e "ma" che tengano.
Nessuno vi obbliga a fare un lavoro dove i vostri limiti psicologici vengano messi a dura prova. È un vostro diritto scegliere, ci mancherebbe altro. Ma pensare (o pretendere) che il resto del mondo debba adeguarsi alle vostre necessità trasformandosi in vostre copie... mi pare una richiesta un po' estrema.
Quando vi passerà questa misantropia saremo sempre qua pronti ad accogliervi, ma nel frattempo... siate comprensivi nei confronti di chi non soffre delle vostre stesse fobie.
Abbiamo la pattuglia di quelli con la "filia" dei colleghi che se glieli levi smettono di respirare che portano avanti la loro idea granitica ed inscalfibile che non possono esistere persone sane che non hanno bisogno di colleghi scelti da altri per realizzarsi
Ma va bene così, la vostra parafilia lavorativa tenetevela ben stretta
Sembra di rivedermi, sono nella stessa situazione, però non ce n'è soltanto una di persona, magari.....ti poteva andare anche peggio :-)
Quella è una cosa che ho detto io. Il sottinteso era che, non dovendo fare il pendolare, hai più tempo per la socialità (con, appunto, amici, vicini, ecc); a questo punto capisco che non era chiaro dal discorso e mi scuso per l'ambiguità.
Se puoi alzarti, farti un caffè, e tirare liberamente 10 bestemmioni ogni volta che arriva una richiesta da remoto senza che nessuno ti vada a denunciare... non ti stai confrontando. Stai subendo e sfogandoti passivamente.
Stai praticamente facendo come i bambini che ricorrono alla mammina quando l'amichetto fa il monello. Con la differenza che qui nessuno chiama alla mamma dell'amichetto per farvi fare pace.
Qui vi sfugge un ulteriore elemento fondamentale per il lavoro in presenza: l'essere adulti. E molti di coloro che preferiscono lavorare in mutandoni e pantofole... probabilmente adulti non lo sono mai diventati.
Ragazzi (o uomini, se lo siete), fatevene una ragione: evitare il contatto umano è un disagio mentale. Non ci sono "se" e "ma" che tengano.
Nessuno vi obbliga a fare un lavoro dove i vostri limiti psicologici vengano messi a dura prova. È un vostro diritto scegliere, ci mancherebbe altro. Ma pensare (o pretendere) che il resto del mondo debba adeguarsi alle vostre necessità trasformandosi in vostre copie... mi pare una richiesta un po' estrema.
Quando vi passerà questa misantropia saremo sempre qua pronti ad accogliervi, ma nel frattempo... siate comprensivi nei confronti di chi non soffre delle vostre stesse fobie.
Ecco, mi pare che tu non abbia capito assolutamente niente dell'articolo che hai letto, se l'hai letto, né della posizione degli altri utenti con cui interagisci. Non ho visto nessuno, qui, chiedere che sia reso obbligatorio per tutti il lavoro da remoto. Quello che si chiede è che ci sia l'opzione di lavorare da remoto per chi voglia farlo: non tutti si trovano bene in ufficio e non tutti si trovano bene a lavorare da remoto; perché non dovrebbe essere possibile scegliere di fare ciò che va meglio per sé?
Personalmente mi trovo benissimo a lavorare da casa e mi godo la mia socialità lontano da un ufficio. Non vedo perché tu debba giudicare me e gli altri che preferiscono lavorare da casa, oltretutto con giudizi che non hanno grande motivo di essere. Nessuno ti vuole costringere a stare a casa in pigiama, mentre tu sembra che voglia prevaricare gli altri costringendoli a lavorare in ufficio. Dato che citi l'essere adulti, ti invito a imparare a esserlo tu stesso rispettando le posizioni e le preferenze altrui, in particolare quando nessuno cerca di importi nulla.
Questo questa parte di un tuo messaggio per introdurmi nella discussione ma è come se quotassi tutti sia i "pro" che i "contro".
State estremizzando un po' tutti la questione spostandola sul solo aspetto rapporti umani necessari vs ho solo colleghi idioti preferisco stare da solo.
I rapporti umani "dal vivo" con i colleghi dovrebbero essere solo una della cose da soppesare.
Un'altra cosa importante da tenere in considerazione è il risparmio in termini di tempo nella vita di tutti i giorni. Per alcuni (chi lavora a 5 min da casa) non cambia nulla, per altri il pendolarismo che ti ruba una, due se non tre ore o più al giorno della tua vita è un fattore di stress importante tanto quanto "i mancati rapporti umani".
Le cose vanno soppesate, fino ad una breve distanza temporale tra casa e lavoro possiamo anche pensare che la mancata socialità, intesa anche come confronto, possa essere il male maggiore. Invece quando andare e tornare da lavoro ruba troppo tempo si ribaltano i pesi, e la cosa più deprimente è il tempo perso negli spostamenti.
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