Il fallimento dei click day: una questione culturale, non tecnologica
di Riccardo Robecchi pubblicata il 06 Novembre 2020, alle 14:36 nel canale InnovazioneI click day di quest'anno sono falliti per lo stesso motivo. Che, contrariamente a quanto si possa pensare, non è tecnologico. È culturale. Un riflesso diretto dell'immobilità del Paese, che sembra refrattario a ogni cambiamento
57 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSi specificano i criteri per accedervi, si stima quanti soldi servono, e si stanziano in eccesso coprendo tutti i quali vi partecipano e che rispettano i requisiti.
Un limite deve per forza esserci. Gli stanziamenti vanno approvati [U]prima[/U], altrimenti rischia di diventare una cifra assurda.
Non stiamo parlando di assegni familiari, che sono un tantino più importanti. Per queste cose è normale che ci siano bonus ad esaurimento. Se non accedi al bonus bici o monopattino si campa lo stesso. Lo scopo è trainare il mercato, non che ce l'abbiano tutti.
Vero che in teoria fra 30 giorni i soldi non spesi torneranno disponibili.. ma si farà un altro click day?
Senza contare quanto già detto sui tempi di attesa e del crash dello SPID di Poste.
si voleva utilizzare una coda -> perchè non gestirla tramite l'invio di una pec?
si voleva dare un rimborso? perchè non inserire la spesa sostenuta tra le deduzioni del 730?
e son solo due esempi. da qualche anno lo stato ha incrociato tutti i database, quindi per gestire un qualsiasi cosa che ci riguarda, basterebbe (lato nostro) fornire il codice fiscale....
caschi male fra....
Non tutti cercano la stessa cosa in quel preciso istante come non tutti acquistano quel paio di scarpe in quel preciso istante.
Per me, il fallimento c'è stato perché invece di utilizzare un portale che gestisce milioni di richieste ogni anno e non nello stesso momento, ne hanno messo in piedi un altro per gestire migliaia di richieste in meno di 24 ore.
Partiamo da un punto fermo: lo scontrino/fattura che ha una data di acquisto.
Quella era la coda da cui partire: la data.
Sarebbe stato sufficiente caricare tutto sul sito dell'agenzia delle entrate, e gestire tutto lì, a partire da un semplice controllo incrociato sullo scontrino e sulla data di acquisto.
Nessun blocco e tutti, in base alla precedenza di acquisto, avrebbero usufruito del bonus. Rimaneva fuori qualcuno? Si stanziavano altri fondi come peraltro già ventilato dal ministero dell'ambiente.
Avevano a disposizione una cosa tanto semplice, ma l'hanno complicata ulteriormente pensando di risolvere tutto come dal panettiere quando prendi il numerino...
Ti sei risposto da solo, i siti vanno in down sistematicamente perché con questi sistemi attirano mille volte l'utenza per cui sono stati progettati
il dirigente INPS che millantava attacchi hacker si merita gli schiaffi
Anzitutto sostiene una tesi (il modello del click day è sbagliato) senza nemmeno argomentare perchè...
Perchè è vecchio? Quindi?
Perchè si basa su presupposti sbagliati? Quali?
Perchè è frutto di una cultura immobile? Eh?!?!?
Si potrebbe accusare di essere iniquo perchè aperto a tutti a prescindere dalla condizione economica, si potrebbe accusare di essere assurdo perchè tecnicamente insostenibile, invece l'articolo "pedala nello yogurt" con slogan che non dicono nulla e non stimolano ne la discussione ne la riflessione.
Passando a questioni tecniche, che fosse un modello assurdo e difficile da sostenere tecnicamente lo si sapeva ed era palese a chiunque masticasse un minimo di IT.
Tirare in ballo cloud, container e scalabilità in questi casi viene quasi automatico, peccato che di solito lo faccia chi non ha idea del livello di complessità di base delle applicazioni, e infatti sono parole sempre in bocca a personaggetti come manager e venditori di fumo (spesso le due figure coincidono), i quali, proprio perchè incapaci di entrare nel merito tecnico dei problemi e della loro complessità, ragionano sempre e solo in termini quantitativi (quante risorse, quante giornate, quanti nodi, etc etc etc...).
Personalmente mi sono trovato in condizioni di ideare servizi del genere (con una platea inferiore ma pur sempre consistente, circa 1,5 milioni di utenti) per l'attribuzione di buoni per il trasporto pubblico, anche in questo caso la logica era "chi prima arriva meglio alloggia". **
Il problema tecnico c'è stato, ma più che sui singoli strumenti il problema è stato sostanzialmente di logica applicativa, ovvero non aver disaccoppiato il processo nelle sue due fasi essenziali:
[LIST]
[*] prenotazione del posto
[*] presentazione della domanda
[/LIST]
Mantenere unite queste due fasi in un unico processo è una follia per alcuni semplici motivi:
[LIST]
[*]la prima (prenotazione) non ha bisogno della seconda (presentazione domanda).
[*]la prima (prenotazione) può essere fatta in anonimo, per la seconda (presentazione domanda) l'utente dev'essere necessariamente profilato e quindi presuppone una autenticazione
[*]la finestra operativa della prima (prenotazione) per definizione è estremamente breve (chi prima arriva meglio alloggia appunto), quella della seconda (presentazione domanda) può essere molto ampia e "spalmata" nel tempo (es 1 mese).
[*]la prima (prenotazione) ha una logica applicativa estremamente semplice e leggera (sostanzialmente il submit di una form che scatena la insert su un database), la seconda (presentazione domanda) ha una logica applicativa complessa, spesso con attività pesanti dal pdv computazionale e/o interazioni con servizi di terze parti (es interrogazione web services di altri enti)
[/LIST]
Pensare di accorpare entrambi in un unico processo è una follia, anzitutto nessuno può ragionare a risorse "infinite" (altra panzana spesso spacciata da manager e i guru dell'innovazione) perchè anche ammettendo una scalabilità ottima le risorse economiche di cui si dispone sono limitate per definizione, e scalare un servizio non serve a nulla se non scalano altrettanto quelli da cui dipende (che essendo di terze parti non dipendono da chi progetta il servizio iniziale).
** = per chi se lo chiedesse il servizio ha retto benissimo l'assalto seguendo le linee guida che ho descritto, tutto il processo di prenotazione ha girato su una singola macchina GNU/Linux (hw del 2007) con una form in php (5.6 con MPM prefork, non certo il top in termini di prestazioni, parliamo cmq di qualche anno fa) e un singolo dbms MySQL, carico rilevabile a livello strumentale ma tutt'altro che preoccupante o percepibile dagli utenti.
Per assurdo abbiamo avuto più problemi di carico durante la seconda fase, in quanto deployata su un portale pieno zeppo di portlet e eccezioni non gestite a non finire... ma questo è un altro discorso
Ma certo, nessun limite e bonus per tutti... a proposito, paghi tu?
Veramente io ho fatto tutto con un pc vecchiotto (originariamente c'era Vista, fai un po' tu i conti) e l'ADSL da 12 mega della TIM.
Ho criticato il concetto stesso di "click day" affermando che servano altri modelli, come ad esempio quello adottato in Francia che prevede la creazione di un codice da parte del venditore all'atto della vendita, ma la risposta di praticamente tutti quelli che hanno commentato è che il sito è andato bene ed è colpa di SPID se il "click day" è stato un fallimento. Mi sembra il classico caso di chi guarda il dito anziché la Luna.
A Tasslehoff rispondo che c'è scritto chiaro e tondo che il modello non è sostenibile per limitazioni tecniche e per il fatto che chiede ai cittadini di mettersi in coda con modalità assolutamente assurde, anziché sfruttare il fatto che si sta operando nel dominio digitale, ma capisco anche che faccia più comodo dire che è l'articolista che non argomenta. La responsabilità, tanto, è sempre degli altri.
verissimo. lo vedo quasi ogni giorno in 1000 cose.
è la "finta digitalizzazione", per es il pdf del foglio firmato scansionato, che poi magari viene e ulteriormente firmato digitalmente ed infine stampato e archiviato
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