L'Italia sottovaluta l'importanza dei dati: secondo Denodo, meno di un'azienda su tre ha una figura dedicata alla governance delle informazioni
di Alberto Falchi pubblicata il 14 Luglio 2021, alle 16:31 nel canale InnovazioneLe imprese del Bel Paese comprendono l'importanza di gestire i dati in maniera agile, semplice ed efficiente, ma la maggior parte è ancora nelle fasi iniziali di questo percorso. Pesa l'assenza di figure interne specializzate come i CDO, ruolo spesso ricoperto da altre figure
Che le informazioni siano il nuovo petrolio lo diciamo da tempo e chi segue Edge9 sa bene che la risorsa più importante di ogni azienda è rappresentata dai suoi dati. Sfruttandoli è possibile gestire in maniera più efficace i processi, evitare sprechi, ottimizzare i flussi di lavoro, ma anche raggiungere nuovi clienti e fidelizzare quelli già esistenti. Eppure, la maggior parte delle imprese italiane sembra ancora poco propensa a valorizzarli adeguatamente: secondo una ricerca di Denodo, infatti, il 29% delle aziende del nostro Paese dichiara di non avere ancora una persona che si occupi specificamente della governance dei dati. Quando questa figura è presente, in molti casi non è un professionista che ha ricevuto un'adeguata formazione, e a ricoprire il ruolo sono solitamente i Chief Information Officer.
Possiamo dire che la figura del Chief Data Officer è praticamente sconosciuta alla maggior parte delle imprese del Bel Paese.
Qual è il ruolo del Chief Data Officer?
Il CDO, Chief Data Officer, è quella persona in azienda che si occupa della governance dei dati. Il suo obiettivo è quello di far sì che le informazioni siano facilmente accessibili da chi ha i diritti di accesso e, soprattutto, facilmente utilizzabili, in autonomia, senza doversi appoggiare a ingegneri o altre figure tecniche per l'esportazione e l'elaborazione. Garantisce che i dati possano venire utilizzati da tutti in maniera efficace, ovunque si trovino, così da poter rispondere rapidamente alle necessità e poter lanciare velocemente nuovi servizi.
Compito dei CDO, in definitiva, è risolvere i problemi legati alla gestione delle informazioni, problemi che le aziende conoscono bene. Il 23% del campione intervistato da Denodo, infatti, lamenta la lentezza con cui le informazioni sono rese disponibili dagli specialisti interni, mentre il 19% ammette che la frammentazione dei dati in vari silos rappresenti un problema. Il 13%, invece, è preoccupato per la sicurezza di queste informazioni.
In definitiva, la ricerca di Denovo evidenzia come la maggior parte imprese italiane comprenda l'importanza dei dati per il business, ma è ancora indietro nell'adozione di soluzioni (e specialisti) che le aiutino a sfruttare al meglio il patrimonio di informazioni. Fortunatamente, la maggior parte dichiara di essere al lavoro su soluzioni per ovviare alle problematiche che incontrano: il 19% è necessario garantire una qualità migliore dei dati, un altro 19% sostiene di voler semplificare l'accesso a queste informazioni, erogandolo in modalità self service, mentre un 18% sta studiando suluzioni (CRM, ERP, cloud, database) per raccogliere le informazioni sparse sui vari sistemi in un unico luogo.
La soluzione secondo Denodo: virtualizzare le informazioni
Secondo Denodo, 61% delle aziende sta valutando l’adozione di tecnologie di data virtualization per risolvere le sfide aziendali inerenti all’integrazione e gestione del patrimonio informativo. La virtualizzazione delle informazioni consente infatti di accedere ai dati in sicurezza e facilità da un unico punto, facilitando così la raccolta, la gestione e la fruizione. Soprattutto quando i dati sono sparsi su vari sistemi. La data virtualization è un livello di astrazione del dato che evita a chi vi accede di doversi preoccupare di dove è salvato e anche del formato. I sistemi di virtualizzazione dei dati si connettono a tutte le fonti, siano esse on-premise oppure in cloud, e li trasformano automaticamente nei formati in cui dovranno essere utilizzati. Questo permette ai lavoratori di concentrarsi di usare gli strumenti necessari per svolgere i loro compiti, senza dover perdere tempo nell'accedere a diversi sistemi, migliorando di conseguenza la produttività.
“Nell’era della Data-Driven Transformation, le decisioni aziendali a tutti i livelli devono essere guidate dagli insight che si generano grazie al proprio patrimonio informativo. Questo richiede necessariamente una democratizzazione nell’accesso ai dati, nonché la capacità di fornire le giuste informazioni a diverse tipologie di utenti, garantendo al contempo sicurezza e governance” - commenta Gabriele Obino, Regional VP Sales Southern Europe & Middle East - “La mission di Denodo è far sì che le aziende possano concentrarsi sui loro obiettivi di business e su come generare maggior valore per i propri clienti finali, senza preoccupazioni legate alla gestione dei dati. Devono, cioè, essere in grado di accedere immediatamente e facilmente a tutti i dati di cui hanno bisogno, indipendentemente dalla loro localizzazione, dal formato, dalla loro complessità tecnologica, sintattica e semantica. La virtualizzazione dei dati offre quindi maggiore autonomia e semplicità nell’utilizzo delle informazioni, consentendo in ultima analisi un più rapido ritorno dell’investimento”.
15 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLe aziende hanno bisogno di figure tecniche specializzate che sappiano mettere mano alle applicazioni, ai servizi e ai sistemi, non l'ennesima figura "gestionale" infiocchettata con chissà quale titolo onorifico ma del tutto inutile, tranne che per drenare risorse che altrimenti verrebbero impiegate per cose ben più utili.
Cari amici della redazione, non so se siete voi a scegliere gli sponsor oppure se vi vengono imposti dal network di cui hwupgrade fa parte, nel primo caso però vi consiglio di sceglierli più accuratamente, ne va della vostra reputazione.
la grammatica...
"un'unico luogo""un'unico punto"
ma quindi l'articolo indeterminativo UN è proprio sconosciuto nella vostra redazione?
Le aziende hanno bisogno di figure tecniche specializzate che sappiano mettere mano alle applicazioni, ai servizi e ai sistemi, non l'ennesima figura "gestionale" infiocchettata con chissà quale titolo onorifico ma del tutto inutile, tranne che per drenare risorse che altrimenti verrebbero impiegate per cose ben più utili.
Cari amici della redazione, non so se siete voi a scegliere gli sponsor oppure se vi vengono imposti dal network di cui hwupgrade fa parte, nel primo caso però vi consiglio di sceglierli più accuratamente, ne va della vostra reputazione.
Ragioni con la mentalità di una piccola "ditta", meglio se non parli di aziende.
Per cui far notare che nelle nostre aziende la percentuale di presenza di queste figure è bassa è almeno in parte una logica conseguenza.
il che non è sbagliato se parli di Italia, come sono le statistiche? 90% delle aziende italiane sono PMI ed il 78% hanno meno di 5 dipendenti? (vado a memoria)
Ovviamente l'articolo non parlava di realtà con meno di 5 dipendenti.
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