Fattura Elettronica
Manovra 2021, arriva il sì del Senato. Ecco cosa cambia per le Partite IVA
di Alberto Falchi pubblicata il 01 Gennaio 2021, alle 12:33 nel canale InnovazioneArriva la cassa integrazione per gli autonomi, che potranno ottenere un contributo da 250 euro a 800 euro per un massimo di 6 mesi, ma a specifiche condizioni. Rinnovati i crediti di imposta previsti da Transizione 4.0
172 Commenti
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Assolutamente no. I criteri di tassazione sono improntati alla PROGRESSIVITA', e non alla proporzionalità.
Quindi chi guadagna di più paga molto di più.
Se la tassazione fosse proporzionale sarebbe di gran lunga più iniqua nei confronti di chi guadagna di meno.
Quindi chi guadagna di più paga molto di più.
Se la tassazione fosse proporzionale sarebbe di gran lunga più iniqua nei confronti di chi guadagna di meno.
Hai ragione mi sono espresso di ca...
Ho scritto proporzionalità non diretta... era un modo (che poi non ho capito neanche io cosa volessi dire) per parlare di progressività.
Chiedo venia...
- sulla seconda affermazione da teoria comunista o anni sessanta siamo ben oltre il ridicolo, siamo al delirio totale: pensare che un imprenditore non possa fallire, che qualsiasi attività che comporti avere dipendenti implichi guadagnare quanto o più dei dipendenti è fantascienza. Se fosse così basterebbe aprire attività con decine di dipendenti per diventare ricchi. Dovresti dirlo al pizzaiolo d'asporto mio inquilino che paga 6 dipendenti ma mi deve quasi un anno d'affitto (a canone modesto, meno di 500 euro/mese) e ha 200 euro sull'estratto conto e vive coi genitori pur avendo un figlio da crescere ma soprattutto: pur lavorando discretamente!
La cosa tragica è che finora è anche lo Stato a pensarla così, in particolare l'Agenzia delle Entrate. C'è voluta una pandemia per far ammettere a qualcuno con lo stipendio garantito che, invece, il fallimento è cosa possibile e probabile e che c'è mezza Italia con l'acqua alla gola.
Ho scritto fare ammettere e non far capire perché chi sceglie di fare il dipendente è in malafede e sa benissimo che si può fallire e non guadagnare una ceppa pur rischiando tutto ciò che si possiede, pur pagando lo stipendio a molte persone, se no sarebbero tutti imprenditori!
Io sono un dipendente privato e se lo vuoi sapere, la mia azienda ci ha messo in FIS (Fondo Integrazione Salariale) e NESSUNO ha aperto bocca perchè ci rendiamo conto della situazione economica.
Ci hanno chiesto di lavorare solo quando necessario e abbiamo accettato.
Hanno aperto le procedure di esodo volontario e ci siamo adeguati.
Quindi credimi che un dipendente intelligente è capace di comprendere QUANDO la situazione richieda anche un suo sacrificio.
Se a Marzo... la società nella quale lavoro dovesse mandarci tutti a casa, non potrei certo alzare le barricate.
Purtroppo... se hai un fatturato prossimo allo zero è NORMALE anche fallire.
Se ad oggi ancora è in piedi, è soltanto perchè in passato ha operato in un settore in cui giravano tantissimi soldi e sono riusciti ad accumulare abbastanza per sopravvivere oggi.
Per quanto riguarda i guadagni.
Un imprenditore che guadagna meno dei suoi dipendenti, è fantascienza.
Ho un amico che lo fa da un paio di decenni (era un dipendente privato... anche con stipendio elevato) e non ha MAI dichiarato meno di chi lavora per lui.
Ha avuto dei momenti difficili, ma al massimo si è ridotta la propria remunerazione per qualche mese... ma alla fine ha SEMPRE portato più soldi in tasca di un suo dipendente.
In Italia abbiamo imprenditori che tutti gli anni dichiarano sistematicamente di stare peggio dei propri dipendenti.
Secondo te è normale?
Al contrario un autonomo come incassa un solo euro dovrà immediatamente dare la quota allo Stato e guai a non farlo perché si viene subito criminalizzati.
E questo non è costituzionale, prima ci vuole la no tax area per tutti, poi si criminalizzi pure chi evade l'eccedenza. Altrimenti è puro sfruttamento, oltre al danno la beffa e la sanzione!
Finché non verremo a capo di questi due problemi continueremo ad affondare. Ma siamo una società che festeggia ancora capodanno con le canzoni anni sessanta, siamo fossilizzati, la gente non vuole uscire da quell'epoca.
Presumo che non esista la no tax area per i liberi professionisti per alcune ragioni:
1) Il dipendente dichiara SEMPRE il vero, il libero professionista PUO' anche nascondere parte del reddito
2) Il libero professionista ha una tassazione al 15% su un fatturato di 65.000 euro
3) Il dipendente inizia con uno stipendio e negli anni può anche non avere grossi aumenti reddituali (ci sono settori nei quali il rinnovo contrattuale rimane fermo per anni e spesso non recupera nè l'inflazione nè l'aumento delle tasse).
Se non erro, la maggior parte delle tasse in Italia sono pagate da dipendenti e pensionati.
Ci saranno anche persone che magari fanno un doppio lavoro (di cui uno in nero), ma credo che il grosso dell'evasione sia da ricercare soprattutto in alcune categorie... che raramente sono dipendenti regolari con contratto regolare.
A differenza di quello che tu possa credere io non ho un astio nei confronti delle partite IVA e degli imprenditori, ma di certo non vedo di buon occhio chi si lamenta delle tasse e magari spesso è il primo a cercare di evitarle.
Dipende. Se il professionista lavora con aziende NON PUÒ nascondere neanche un centesimo di reddito mentre se lavora con privati allora sì MA, in questo caso, evade anche il cliente che è il primo a cercare "uno sconto..." (cosa che nessuno considera mai); paradossalmente, è molto difficile fatturare ad un privato.
A cui si deve aggiungere un bel 25% abbondante di INPS + costi di commercialista, eventuale affitto locali ecc.
Si supera abbondantemente il 50% del fatturato e non si può scaricare nulla.
Il professionista può rimanere senza lavoro da un momento all'altro trovandosi col culo per terra e senza considerare che, ammortizzatori sociali ZERO, mutua ZERO, tredicesima ZERO, quattordicesima ZERO, ferie ZERO.
Spessissimo perché non riesce a pagarle; non sono mica tutti dentisti, avvocati o notai le partite IVA.
Ho fatto il dipendente per 20 anni e sono in PI da 6.
Quando ero dipendente ragionavo anch'io come lei ma quando ho "provato" l'altro mondo ho capito, specialmente sulla mia pelle.
E infatti serve per quei PICCOLI professionisti che se scendono sotto una certa soglia di reddito non riescono più nemmeno a pagare il mutuo e riempire il frigorifero. Il professionista che ha dipendenti da pagare finirà molto difficilmente in questa situazione, perché ha capitali, ed eventualmente banche che lo sostengono con quei capitali in garanzia. Anche se il reddito di un anno fosse negativo non finirebbe in mezzo ad una strada, mentre il piccolo professionista a cui non fa credito nessuno e non ha capitali, neppure privati, sì.
Piccoli negozietti, piccoli artigiani, gente che ha computer di 10 anni fa solo perché una volta ogni tanto è obbligato ad andare sul sito dell'INPS o nell'homebanking.
Ridurre le tasse richiama alla mente il signorotto locale che siccome gli è nato il primogenito riduce magnanimamente le tasse a tutti i contadini della sua contea. Nel 2020 però ridurre le tasse vuol dire operazione a somma zero, una riduzione che porta 50 miliardi in meno di gettito deve essere immediatamente coperta da un'operazione che porta 50 miliardi in più, per cui nuove tasse, dato che eliminare servizi non essenziali (ma pure essenziali) per 50 miliardi non è cosa fattibile. I soldi del Recovery Fund non possiamo usarli per ridurre le tasse, primo perché non si può, secondo perché quelli sono una-tantum mentre la riduzione delle tasse è strutturale, se tagli 20 miliardi di tasse devi recuperarli ogni anno, non una volta sola.
Le tasse alle imprese sono state ridotte tante volte in diversi modi, ma sempre di qualche punto. Al massimo spera in un governo di destra con i numeri parlamentari per fare la flat tax, finanziata togliendo a comuni e regioni tutti i soldi per i servizi essenziali, così che questi non abbiano altra scelta che rifarsi sui cittadini con tasse locali difficilmente indicizzabili al reddito.
No. Purtroppo è molto diffusa la pratica di dichiarare una certa cifra in busta paga, e poi obbligare il dipendente a restituirne una parte. Dunque lo stipendio reale incassato dai dipendenti è inferiore a quanto dichiarato.
Ed esiste anche l'opposto: dichiarare una cifra bassa in busta paga, e pagarne un'altra parte in nero.
Dipende cosa conviene all'azienda.
Il cliente non cerca MAI lo sconto.
Quando chiedo l'intervento di un professionista, per me l'importo è già omnicomprensivo di IVA (sono un consumatore finale).
Il problema è che magari chiami l'idraulico (sempre con lui ce la prendiamo... ) e ti dice:
"Sono 50 euro di chiamata + 30 euro all'ora"
Se inizi a chiedere la ricevuta fiscale... vengono accampate scuse e che quel prezzo (concordato al telefono), non prevedeva anche l'IVA...
Capisci che questo è un discorso totalmente inaccettabile?
Quando io pago un prodotto o un servizio, DEVO pagare l'IVA... non ha senso ipotizzare che possa esistere un prezzo che ne sia esente.
Si supera abbondantemente il 50% del fatturato e non si può scaricare nulla.
Anche al dipendente non arriva lo stipendio lordo e ben che vada almeno 1/3 partono tra INPS e IRPEF (con tutte le addizionali regionali e comunali che aumentano ogni anno).
I costi del commercialista e dell'affitto locali sono costi di esercizio, così come lo sono le spese del carburante (o abbonamento ai mezzi pubblici) ed eventuale ristorazione durante il lavoro (per inciso io non ho mai avuto i buoni pasto... quindi è un costo tutto a mio carico... del quale non mi lamento con l'azienda).
Tranquillo anche per i dipendenti può succedere.
Soprattutto se sono in piccole realtà.
Inoltre gli ammortizzatori sociali sono frutto di soldi versati da ogni dipendente proprio per queste casistiche... quindi nessun regalo... ridanno parte di quanto ognuno di noi paga, anche senza farne mai uso.
E' vero che non hanno la 13-14 e tutto il resto... ma è anche vero che un dipendente non può aumentare il proprio reddito (salvo straordinari o aumenti volontari dal datore di lavoro/CCNL), un libero professionista può anche guadagnare molto se ha le capacità e la fortuna.
Detto in parole povere... Può morire di fame come può vivere una vita agiata.
Se fosse tutto rose e fuori, nessuno proverebbe a mettersi in proprio.
Conosco tanti dipendenti che faticano a mettere il pranzo con la cena (gente separata alla quale rimane poco o niente dopo aver dato il mantenimento e pagato l'affitto), ma non gli viene "permesso" di non pagare le tasse.
Allo Stato non interessa se tu devi andare alla Caritas o se ti compri 2 o 3 auto... devi pagare tutto e in silenzio.
E non hai modo di nascondere nulla (se con contratto regolare).
Quando ero dipendente ragionavo anch'io come lei ma quando ho "provato" l'altro mondo ho capito, specialmente sulla mia pelle.
Ho un caro amico di famiglia che ha fatto anche lui il grande passo diversi anni fa.
Ha avuto momenti grigi nei quali prendeva delle briciole rispetto a quando era dipendente, ma oggi ti assicuro che se la passa bene, ha dipendenti regolari e le tasse le paga (non saprei dirti se tutte o meno, perchè non sono il suo commercialista... ma è una persona estremamente onesta).
Ed esiste anche l'opposto: dichiarare una cifra bassa in busta paga, e pagarne un'altra parte in nero.
Dipende cosa conviene all'azienda.
Il piccolo particolare è che raramente è il dipendente a scegliere.
Io ho sempre avuto contratti regolari dove quanto percepivo era quanto veniva versato sul conto corrente.
Mi è capitato di lavorare in una società nella quale alle persone proponevano lo stage (retribuito 400 euro al mese) per 6 mesi, ma dopo un paio di settimane si era già pienamente operativi... piuttosto che la collaborazione...
Io per mia fortuna entrai nel periodo in cui proponevano almeno l'apprendistato di 4 anni in quanto GIUSTAMENTE avevano iniziato a non trovare più nessuno disposto a farsi sfruttare per una miseria (spesso non arrivavi a 900 euro al mese) e lavorare sia la notte che nei weekend.
Quindi il problema è sempre la domanda con l'offerta.
Raramente mi è capitato di vedere che un dipendente chiedesse di essere pagato a nero o con formule contrattuali "particolari"... salvo che percepisse altri redditi (tipicamente la disoccupazione).
Non dico che non sia una eventualità, ma credo che la bilancia penda più a favore della società.
evidentemente lei è un dipendente
altrimenti sarebbe interessato.
-
in merito alla notizia
giusto farla, ma, c'è un ma, i dipendenti in parte se la pagano
i commercianti e artigiani dipendenti in parte se la pagano
(in misura minore, ma minore è anche il supporto ricevuto)
le P.IVA già faticano a pagare tasse e versare i contributi
dubito possano aggiungere un'ulteriore prelievo
quindi sarebbe tutto a carico della fiscalità generale.
- attenzione -
spesso il merito della situazione non è da imputare a loro,
e parlo delle P.IVA a basso reddito.
quelli che hanno redditi oltre certi livelli
-inutile specificare qui il quanto-
forse non dovrebbero essere soggetti per tale supporto.
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