Oltre 14 milioni di PEC attive in Italia. E ora la Posta Elettronica Certificata sbarca in Europa
di Alberto Falchi pubblicata il 15 Febbraio 2023, alle 18:41 nel canale InnovazioneLa PEC piace sempre più agli italiani e i tassi di adozione sono cresciuti molto rapidamente. Ora AgID e i provider di servizi di Posta Elettronica Certificata guardano all'Europa e mirano a rendere la PEC interoperabile con lo standard europeo eIDAS
La PEC, Posta Elettronica Certificata, esiste da ormai 18 anni, anche se inizialmente non veniva utilizzata moltissimo. Col tempo sono cambiate le normative, e oggi chiunque abbia un'azienda o una Partita IVA deve attivarla per legge, ma anche i comuni cittadini stanno iniziando a comprendere i vantaggi di questa tecnologia che, a tutti gli effetti, sostituisce la buona vecchia raccomandata. Quanti? AgID indica che nell'ultimo bimestre sono ben 14.414.551 la caselle attive. Il dato che più colpisce è la crescita delle attivazioni rispetto allo stesso periodo del precedente anno, superiore all'80%.
Il provider più importante sul mercato è Aruba, che gestisce poco meno di 9 milioni di caselle PEC.
La PEC si prepara a sbarcare in Europa
Un aspetto che merita di essere considerato è il fatto che queste caselle non sono solamente degli indirizzi attivi e poi dimenticati: l'utilizzo, infatti, è notevole, con 493 milioni di messaggi scambiati solo nell'ultimo bimestre, dato in crescita del 12% rispetto allo stesso periodo del precedente anno.
Un successo che non è passato inosservato alle autorità, che ora puntano ad adattare la PEC allo standard europeo eIDAS. Quest'ultimo, come la PEC, è progettato per scambiare in sicurezza messaggi che hanno valore legale. AgID e i Gestori di Posta Elettronica Certificata che fanno parte di AssoCertificatori, hanno annunciato che si è concluso con successo il processo di definizione e pubblicazione del nuovo standard ETSI EN 319 532-4. Nello specifico, sono stati definiti i requisiti minimi per garantire la massima interoperabilità con REM. Registered Electronic Mail per l’uso transfrontaliero del servizio.
20 Commenti
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Ancor più dato che, oltre alla PEC, ci sono settordici altri strumenti, quali SPID, Firma Digitale et similia, che ormai ti vengono richiesti per accedere a servizi basilari, e che quasi sempre comportano un costo per il cittadino.
Il costo ANNUALE di una PEC è poco più di quello di una raccomandata normale, UNA raccomandata, se sommiamo il valore del tempo richiesto ad andare in posta, fare la coda e spedire... beh credo che non ci sia paragone.
Io la PEC la rinnovo ormai da anni, anche soltanto per inviare la disdetta di Sky necessaria per rinnovare l'abbonamento a un prezzo decente.
Ben inteso, non che questo sia necessario per tutti, però è solo per dare l'idea di quanto sia utile il servizio.
Per le aziende poi la cosa è palese, forse molti non se ne sono mai accorti, ma prima della PEC gli uffici postali erano inondati ogni giorno da gente che doveva spedire pacchi di raccomandate per conto delle aziende per cui lavoravano, una cosa che oggi suona come il cinegiornale, eppure tutto questo avveniva pochi anni fa.
Su passaporto e patente posso essere d'accordo, su CIE ni, nel senso che ormai è un dispositivo che permette autenticazione strong (al pari di SPID, però a differenza di SPID viene erogato dalla PA e non da società private) e può far risparmiare un sacco di tempo per accedere a servizi che prima richiedevano assurdi appuntamenti e perdite di tempo incalcolabili.
una pec costa in media 6 euro annui, la cie ne costa una ventina e dura 10 anni, idem il passaporto che ne costa un centinaio e serve solo se esci dall'UE, la patente puoi anche non averla, se non lo sai..
Lo sai che stai rispondendo a gente che, pur di risparmiare un euro, ogni 3 x 2 cambia operatore passando da un terzo operatore telefonico?
Ben inteso, non che questo sia necessario per tutti, però è solo per dare l'idea di quanto sia utile il servizio.
Vero...
Per abbonarti ad un servizio qualsiasi si fa in un attimo al telefono, ma se vuoi disdirlo devi inviare una raccomandata a.r. che da sola ti costa come un anno di pec.
Poi non calcolando che devi stamparla imbustarla andare in posta fare la fila e tornare a casa.
Invece attualmente il tempo medio tra prenotazione appuntamento ed effettivo rilascio è di mesi.
Qualcuno arriva ad aspettare anche un anno. C'è stata pure un'interrogazione parlamentare a riguardo. Nel 2023 è inaccettabile.
Ma sarebbe stato inaccettabile anche nel 1980.
Io ho solo fatto notare che questi strumenti, molti dei quali sono diventati ormai *obbligatori* per poter usufruire dei servizi dello stato (vedi SPID o CIE), comportano dei costi, seppur piccoli.
Considerando che in Italia paghiamo già abbondanti tasse e imposte per avere quei servizi, non mi sembra una cosa giusta nè logica dover pagare ancora, anche se una piccola cifra, specie se sei obbligato a usare quello strumento per accedere al servizio.
E' una questione di principio, tutto qui.
E' giusto pagare la tasse per avere i servizi, ma non è giusto doverle pagare due volte.
Come nella migliore tradizione italiana, se conosci qualcuno che lavora in polizia, te lo da in tempo reale !
Ovviamente. Sono sempre più "saturo" di questo nostro "bel paese", ma lasciamo perdere.
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