Serranova, la startup che vuole rivoluzionare serre e orti urbani

Serranova, la startup che vuole rivoluzionare serre e orti urbani

La tecnologia di Serranova si basa sul fatto che le terre rare, opportunamente trattate, attivano la fotoluminescenza, che permette alle piante di crescere tre volte più velocemente, consumando meno acqua e riducendo l'uso di illuminazione artificiale

di pubblicata il , alle 14:31 nel canale Innovazione
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Coltivare insalata, peperoncini e altre piante per uso alimentare non è poi così facile se non si ha il pollice verde. Servono infatti spazi adatti, un clima adeguato, competenza e tanta pazienza per coltivarsi privatamente anche solo qualche piantina adatta a prepararsi un’insalata fresca e genuina. C’è però una startup che si è messa in testa di semplificare enormemente il processo e aiutare tutti, che si tratti di ristoratori, aziende del settore Horeca o comuni privati, a coltivare in casa (o giardino, all’interno di una serra) e senza fatica una vasta gamma di piante: Serranova.

serranova

Serranova, una startup nata per caso

Stefano Chiocchini, fondatore di Serranova, ha scoperto quasi per caso la tecnologia che poi ha migliorato, brevettato e integrato nelle sue speciali serre. Chiocchini è un architetto che nei suoi progetti ha spesso usato delle speciali polveri luminescenti ricavate da terre rare per garantire un maggior impatto visivo ad ambienti come le piscine o per realizzare arredamenti di design, come lampade per bambini. Un giorno ha scoperto, quasi casualmente, che parte di queste polveri cadute su un vaso avevano accelerato di molto la crescita della pianta. Incuriosito, ha approfondito l’accaduto, realizzando che dosando e stampando correttamente questo materiale su vetri e scaffali, qualsiasi fonte di luce viene convertita in uno spettro di frequenze compreso fra i 400 e i 700 nm, proprio quelle che attivano la fotosintesi. La luminescenza indotta dalle terre rare, insomma, consente di attivare la fotosintesi in maniera veloce, economica e pulita.

fotoluminescenza.

Di qui l’intuizione di studiare maggiormente il fenomeno e brevettare un’applicazione pratica, che sfrutta il fenomeno della fotoluminescenza per accelerare la crescita delle piante in serra.

Ad aiutare Chiocchini nello sviluppo di applicazioni pratiche per la sua idea è stata Area Science Park, ente pubblico nazionale di ricerca che, tramite il suo incubatore Innovation Factoryha supportato e continua a supportare Serranova, anche mettendola in contatto con potenziali investitori esteri. 

Una serra che richiede poca acqua, poca energia e poca manutenzione

L’idea di accelerare la crescita delle piante e consentirla anche in Paesi dove le condizioni atmosferiche non sono l’ideale non è certo nuova: basti pensare alle culture idroponiche, usate con successo in molte applicazioni. Questo approccio però ha alcuni limiti: le culture idroponiche sono molto costose a causa dell’energia consumata dalle voraci lampade, e richiedono enormi quantità di acqua.

serranovavantaggi

La tecnologia brevettata da Serranova, invece, risolve questi problemi e si rivela un’alternativa valida non solo nei confronti delle culture idroponiche, ma anche delle serre tradizionali. Rispetto a queste ultime, la tecnologia di Serranova consente di risparmiare fino al 95% di acqua e il 70% di energia, aumentando allo stesso tempo la velocità di coltivazione del 300%.  Per fare un esempio pratico, se una serra tradizionale richiede 250 litri di acqua per ogni chilo di ortaggi prodotti, coi prodotti di Serranova ne sono sufficienti 2 soli litri.

Come funzionano le serre di Serranova?

Gli elementi base delle serre della startup sono tre: le terre rare, come già anticipato, che attivano la fotoluminescenza; delle particolari microfibre, che permettono alle piante di attecchire e ridurre l’utilizzo di acqua necessaria all’irrigazione; degli speciali filtri brevettati, che purificano l’aria da particelle inquinanti, batteri ed organismi patogeni, usando solamente acqua. Questi filtri sono l’ideale per gli ambienti urbani, la cui aria è ben più inquinata rispetto alle zone periferiche.

SERRAmax

Il fulcro di tutto il sistema è la fotoluminescenza che, al contrario delle culture idroponiche, consente un enorme risparmio di acqua e corrente. La tecnologia brevettata da Serranova infatti consente di tenere le lampade LED accese solo per un minuto per poi spegnerle per altri 9. 60 secondi sono infatti sufficienti per “ricaricare” le terre rare che danno origine al fenomeno della fotoluminescenza. Dopo circa 9 minuti è poi necessario attivarle nuovamente, con un altro minuto di luce. Gli impianti di illuminazione vengono spenti solamente la notte, per simulare il ciclo naturale.

serranova App

I sistemi possono essere controllati tramite il cellulare, anche da remoto, così da poter avere sempre il pieno controllo su quanto sta accadendo nell’orto, con informazioni sulla temperatura, l’umidità, il consumo energetico e via dicendo. Tutto il sistema per la gestione e il controllo remoto sono stati sviluppati internamente da Serranova, che ha tiene sempre sotto controllo da remoto il comportamento delle serre installate presso i siti dei propri clienti. In caso di necessità, l’azienda è in grado di intervenire, segnalando comportamenti anomali del sistema.

Tre serre per ogni esigenza

Attualmente Serranova produce tre differenti serre: SerraMIDI, SerraMAXI e SerraCHEF. Le prime due sono da esterni, e sono disponibili in differenti dimensioni, mentre SerraCHEF è per interni. Quest’ultima ha più o meno le dimensioni di un frigorifero a doppia porta e consente di coltivare piante pronte al consumo direttamente in casa. “Pronte al consumo” va inteso in maniera letterale: è infatti possibile prendere cogliere le piante e metterle direttamente sul piatto, senza nemmeno doverle lavare, come si fa con la verdura raccolta dai tradizionali orti.

Il mercato di riferimento è quello del mondo della ristorazione, i ristoranti e il settore Horeca in generale, ma Serranova punta anche agli orti urbani, per esempio quelli dei condomini o nei pressi delle scuole, che servono le relative mense. E, con SerraCHEF, anche ai privati, che potranno integrarla in cucina come se si trattasse di un elettrodomestico.

SerraCHEF

I costi non sono bassissimi, ma nemmeno folli: SerraCHEF, infatti, viene venduta a 6.900 euro. Una cifra elevata, ma non troppo distante a quella necessaria per portarsi a casa un frigo di design. Non è un caso che Serranova sia in contatto con alcuni produttori per integrare la sua serra da interni direttamente nelle proposte per le cucine. 

Più elevati i prezzi delle serre per esterni che oscillano, a seconda delle dimensioni e delle tecnologie integrate, da un minimo di 15.000 euro a un massimo di 30.000 euro. Se l’investimento iniziale può apparire elevato, bisogna tenere conto che il risparmio energetico e il bassissimo consumo di acqua sul medio termine si fanno sentire, permettendo di ammortizzare in tempi rapidi la spesa. Non bisogna dimenticare che si tratta di investimenti Industria 4.0, quindi in molti casi le imprese che le acquistano potranno recuperare una parte importante della spesa effettuata grazie agli incentivi statali.

Pods, semi già pronti per le spedizioni all’estero

La tecnologia di Serranova si è dimostrata efficace su circa 190 specie vegetali. Praticamente ogni pianta da foglia destinata al consumo, può essere coltivata in queste particolari serre. Non tutti però hanno il pollice verde o la voglia di preparare i semi e il terreno con il substrato necessario ad accelerare la crescita. Serranova produce anche i Pods, delle speciali vaschette già preparate con il substrato e i semi scelti dal cliente. Quest’ultimo riceverà a casa questi particolari contenitori e non dovrà far altre che inserirli nella sua SerraCHEF e attendere la fioritura.

serranovapods

I Pods sono un importante strumento per accelerare il business di Serranova, per due motivi. Da un lato, consentono all’azienda di spedire prodotti vegetali anche all’estero, cosa non sempre fattibile con semi o piante vive, a causa delle differenti legislazioni che limitano l’importazione di specie vegetali. Dall’altro, fanno parte del business model dell’azienda, che offre uno sconto importante sulla serra a chi si impegna ad acquistare una quantità minima di Pods ogni anno. Un approccio non tanto differente da quello che stanno facendo i produttori di macchine di caffè con le cialde, a ben vedere.

Nel futuro di Serranova c’è l’IA

Serranova è una startup giovane, fondata nel 2019, che in poco tempo ha già messo sul mercato i suoi prodotti ma che non ha smesso di guardare al futuro. L’azienda è infatti in attesa di un nuovo, importante, round di finanziamenti. I fondi ottenuti saranno utilizzati per migliorare ulteriormente il processo produttivo delle serre oltre che per far crescere l’azienda stessa, che ora conta sui suoi quattro fondatori e otto collaboratori. Fra gli sviluppi futuri previsti c’è anche un sistema di intelligenza artificiale in grado di valutare lo stato di maturità della pianta e avvisare via app il proprietario quando è pronta per il consumo.

Le soluzioni proposte da Serranova hanno un grande potenziale per innovare il mondo dell’agricoltura sostenibile, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove per questioni geografiche e culturali ci si concentra prevalentemente su produzioni in scala ridotta invece di investire sulle coltivazioni intensive.

14 Commenti
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giovanni6924 Settembre 2021, 14:52 #1

Quanti mq /mc3 in cucina?

Articolo interessante.

Ma una serra in grado di simulare la produzione di un orto in cucina per una famiglia? Forse qualcuno non ha presente quanti mq servono per soddisfare il consumo di verdura di una famiglia di 3 persone.

Non sono riuscito a trovare una foto di tale proposta indoor.

Qualcuno l'ha trovata?
Alberto Falchi24 Settembre 2021, 16:37 #2
Ciao Giovanni89, come indicato nell'articolo, parliamo grossomodo dell'ingombro di un frigo a doppia porta.

Qui trovi le specifiche e la foto (la stessa che abbiamo riportano nel pezzo): https://serranova.bio/serra-chef/


giovanni6924 Settembre 2021, 16:50 #3

SerraCHEF: [60cm. (p) x 119cm. (l) x 200. (h)]

Grazie!
Interessante il fatto che venga fornito il 3D per i progettisti.

Quel che non capisco è il peso della produzione possibile in una settimana/mese.

Si vede solo indirettamente mediante il consumo d'acqua per Kg:

"Consumo acqua: 3Lx1kg of vegetable"

ma non in termini di - che ne so - peso di insalata nell'unità di tempo.

Da qui il mio ragionamento in termini tradizionali di mq richiesti di orto per soddisfare il consumo di una famiglia tipo di persone.

Sarebbero utili degli esempi concreti di produzione assortita tipica per cui si avrebbe nelle "famiglie la libertà di coltivare le proprie verdure, fiori, piante aromatiche direttamente nell’ambiente domestico"
deggial24 Settembre 2021, 18:34 #4
la vera domanda che bisogna farsi è:
viene fuori verdura buona? o di qualità uguale a quella che si può trovare al supermercato e coltivata in serra?

Perchè i pomodori dell'orto, cresciuti al sole, sono tutt'altra cosa rispetto a quelli comprati.

Se questa serra ti garantisce dei buoni pomodori allora ha un senso.
Se ottieni pomodori simil-supermercato, allora con quello che costa, più i costi di gestione, ci compri verdura a vita (senza troppi sbattimenti).
calabar24 Settembre 2021, 18:55 #5
Al di la della convenienza, se i numeri fossero davvero quelli la tecnologia parrebbe davvero rivoluzionaria.
La prima applicazione utile mi pare quella relativa alle missioni spaziali, dove le risorse (acqua ed energia) sono molto limitate.
piwi24 Settembre 2021, 20:21 #6
Originariamente inviato da: deggial

Perchè i pomodori dell'orto, cresciuti al sole, sono tutt'altra cosa rispetto a quelli comprati.


Nella mia estrema ignoranza, sono pessimista. Il mio orticello è a 850 metri di quota, buona esposizione, discretamente riparato da venti di nord; nonostante una produzione ancora florida sulle piante superstiti, gli ultimi pomodori non sono saporiti come quelli maturati ad agosto.
giovanni6924 Settembre 2021, 20:33 #7
Beh, che c'entra? Ovvio che i pomodori cresciuti e maturati all'aperto a luglio ed agosto hanno ricevuto un'esposizione al sole ben diversa da questi tardivi di settembre. La pianta a settembre sta praticamente morendo... all'aperto.
Ma del resto quante coltivazioni si fanno anche al sud in serra anche per evitare il sole ed il caldo eccessivo.
piwi24 Settembre 2021, 21:15 #8
Replicavo al post dell'altro utente; immagino - sempre secondo la mia limitata esperienza - che, se il pomodoro di fine settembre è meno saporito di quello di mezzo agosto, a maggior ragione un frutto che il sole non lo vede mai, non possa essere una delizia.
giovanni6924 Settembre 2021, 21:26 #9
Ah, ecco.
DevilsAdvocate27 Settembre 2021, 12:30 #10
Allora.... che la luminescenza possa portare ad un risparmio di oltre il 75% sull'energia richiesta, è abbastanza credibile.

sul risparmio d'acqua, specie nel caso indoor dove non si ricicla acqua piovana, vedo dura superare anche il 50%, almeno in base a quello che dicono.

Sulla "crescita più veloce del 300%", non mi pare ci sia alcuna base o fondamento scientifico.

Visto che in svariati articoli si parla della facoltà di agraria di Modena, ho anche cercato di vedere se ci fossero papers rilevanti, ma nulla.

Ora, 6000 euro per una serra indoor che fa ventilazione e poi consente solo risparmio energetico rispetto ad una serra da 500 euro.... ho i miei dubbi che convenga. (5500 recuperati in quanti decenni?). Magari più in là mostreranno qualcosa di più o ci saranno dei test credibili.

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