Windows 365, la pandemia e lo smart working: riflessioni su come è cambiato il mondo

Windows 365, la pandemia e lo smart working: riflessioni su come è cambiato il mondo

Il mondo è cambiato molto nell'ultimo anno e mezzo ed è cambiato anche il modo di lavorare, nonché gli strumenti che si usano per farlo. Ne abbiamo parlato con Fabio Santini, Direttore della Divisione Global Partner Solutions di Microsoft Italia,

di pubblicata il , alle 16:31 nel canale Innovazione
MicrosoftWindows 365Smart Working
 

La pandemia ha messo il mondo di fronte ai propri limiti, anche in campo tecnologico. Sebbene Windows 365 non nasca come risposta alla pandemia, è impossibile non vedere un certo legame tra il suo lancio e la situazione attuale: la promessa di poter accedere ai propri dati ovunque ci si trovi, che sia in ufficio o a casa, è quanto ha portato moltissime aziende a rivedere i propri piani nell'ultimo anno e mezzo. Di questo e altri temi abbiamo parlato con Fabio Santini, Direttore della Divisione Global Partner Solutions di Microsoft Italia.

Windows 365 e il concetto di smart working

Windows 365

Abbiamo già avuto modo di parlare del concetto di smart working e di come esso sia stato diluito nel corso della pandemia, per arrivare a descrivere oggi qualcosa di completamente diverso. Il tema è di particolare rilevanza, perché ha mostrato i limiti tecnologici e organizzativi delle aziende.

La chiusura totale improvvisa imposta dal governo lo scorso anno ha portato molti a non poter più accedere ai propri dati e alle proprie applicazioni, perché si trovavano sui computer negli uffici non più raggiungibili. Microsoft punta a risolvere (anche) questo problema con Windows 365, che per sua natura è accessibile ovunque, dato che è un servizio accessibile dal cloud.

"Quello che Windows 365 promette era già possibile farlo: non stiamo inserendo nel mercato una cosa precedentemente inesistente. Nell'ultimo anno e mezzo, però, il mondo ci ha fatto capire che nonostante fossimo tutti quanti convinti di essere pronti, non lo eravamo. Non eravamo pronti a vivere un'esperienza in cui il lavoro fosse veramente smart e veramente mobile", ci dice Santini. "Lo smart working ci ha insegnato che non è una questione di essere smart perché si può decidere da dove lavorare, che era il nostro pensiero iniziale. Lo smart working è poter lavorare quando ti serve, che è molto diverso: il 'quando ti serve' potresti non essere tu a deciderlo, potresti non essere in grado di strutturarlo o di prevederlo, quindi non è un problema di decidere come essere smart, ma di avere un mondo intorno che condiziona la tua capacità di lavorare. Lavori quando serve che lavori, in qualunque condizione e dovunque tu sia, e dal momento che il lavoro che fai si basa sull'uso di un computer e quindi dei tuoi file, dei tuoi programmi e così via, non importa che tipo di professionista sei, puoi farlo in ogni momento. È un cambiamento che sembra sottile, ma non lo è, perché 'dovunque' parte dal presupposto di poter scegliere il momento, 'in ogni momento' presuppone il fatto che non necessariamente si è programmato di lavorare, ma è indispensabile farlo. E la situazione che abbiamo vissuto ci ha insegnato che ci sono momenti ben più lunghi di una giornata in cui non si può accedere alle proprie informazioni."

Si tratta di un cambio di prospettiva notevole rispetto a quella che tutti avevamo fino a un anno e mezzo fa. Da questo punto di vista la pandemia è stata un segnale chiaro che c'è ancora molto da fare prima di poter raggiungere quell'ideale di "smart working" di cui si parla spesso. L'ulteriore aspetto che viene evidenziato è che non tutte le realtà possono lavorare con tali modalità per via dell'attività che svolgono e questo rappresenta un ulteriore elemento di impreparazione da un lato e, dall'altro, di sfida nel riuscire a fornire gli strumenti adeguati ai lavoratori.

Ci sono numerose soluzioni possibili a questo problema: la più semplice è quella di creare delle connessioni VPN, la più complessa è quella di creare un'infrastruttura di macchine virtuali accessibili dovunque. Microsoft propone una soluzione che per complessità di implementazione è più simile alla prima, ma per efficacia è più simile alla seconda.

"[Windows 365] permette di realizzare cose che prima erano molto complicate da fare. Ad esempio, immaginiamo di essere un'azienda che ha un ricambio di personale molto elevato o che deve far accedere degli esterni a risorse interne. Ieri questa attività era gestita dal responsabile delle infrastrutture, che doveva caricare le macchine virtuali sul portale di Azure con una lunga procedura; oggi, con Windows 365, questa procedura si gestisce dal portale di Microsoft 365. Se un utente è membro dell'organizzazione è possibile assegnargli una macchina e automaticamente vengono creati l'utente, i gruppi, i permessi... A quel punto viene inviato all'utente un link, tramite il quale è possibile accedere alla macchina da dovunque. È un cambio non solo di approccio, ma strutturale."

La tendenza ad adottare il modello "bring your own device", ovvero a installare il software aziendale sui computer personali dei dipendenti, fa sì che ci siano importanti problemi di sicurezza e di protezione dei dati aziendali, nonché di controllo da parte dell'azienda dei dispositivi. Il modello adottato da Microsoft per Windows 365 minimizza questi problemi e rende possibile l'accesso a questo tipo di soluzioni anche a quelle realtà dove non sono presenti figure specializzate o dove la gestione di queste procedure è particolarmente onerosa e, perciò, solitamente evitata.

Il problema della situazione attuale è che non è dato sapere quando cambierà. Si ritornerà ad andare in ufficio, si continuerà a lavorare da casa, si lavorerà sia nell'uno che nell'altro luogo? Con quali mezzi si lavorerà e come cambieranno le modalità? Viviamo ancora una fase di profonda incertezza che fa sì che per lavorare al meglio sia necessario, in alcuni casi, cambiare approccio. Il modello che Microsoft propone è una soluzione valida, per quanto non l'unica, a questo problema.

2 Commenti
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phmk28 Luglio 2021, 08:30 #1
Continuo a non capirne la utilità.
Per accedere a questo Windows 365 devo avere per forza ed ovviamente un computer (se voglio usarlo in maniera decente) ed allora qual' è il vantaggio ??
Slater9128 Luglio 2021, 16:22 #2
Originariamente inviato da: phmk
Continuo a non capirne la utilità.
Per accedere a questo Windows 365 devo avere per forza ed ovviamente un computer (se voglio usarlo in maniera decente) ed allora qual' è il vantaggio ??


Il vantaggio è che puoi usare anche un computer con un Celeron, ad esempio, e avere però una workstation dall'altra parte. Come azienda non devi avere una connessione super-carrozzata per gestire le varie postazioni, né devi occuparti tu della sua sicurezza (con VPN e così via). Non hai il problema di gestire i dispositivi: non devi per forza dare dei computer a consulenti o lavoratori a tempo, né devi far installare loro software sul loro computer personale; in altre parole, gestire le macchine diventa incredibilmente più facile e più sicuro. Puoi avere una macchina pronta nel giro di minuti e collegarti da dovunque.
Windows 365 non è comunque per l'utenza comune, è pensato per specifiche situazioni. In tali situazioni, però, semplifica oltre ogni misura una quantità notevole di procedure. Nella mia esperienza di sistemista (ma anche di lavoratore più in generale) ho vissuto diversi casi in cui un prodotto del genere sarebbe stato molto, molto comodo.

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