Ericsson: procede lo sviluppo del 5G con nuove soluzioni per mercati verticali. Il ruolo del centro di ricerca di Pisa

Ericsson: procede lo sviluppo del 5G con nuove soluzioni per mercati verticali. Il ruolo del centro di ricerca di Pisa

Come procede lo sviluppo delle reti mobile? Per scoprirlo abbiamo intervistato Paola Iovanna, che guida un team di ricerca sulle reti del trasporto a Pisa, dove tecnici e ricercatori sperimentano le tecnologie più evolute per la rete di trasporto 5G

di , Vittorio Manti pubblicata il , alle 15:01 nel canale TLC e Mobile
Ericsson5G per le aziende
 

Sbloccare lo smartphone, fare una telefonata, aprire un’app, navigare su internet. Sono tutte operazioni che ormai da tempo diamo per scontate, perché dal lancio del primo iPhone a oggi i produttori e tutto l’ecosistema sono riusciti a semplificare al massimo ogni singola operazione legata all’utilizzo dello smartphone. Questa semplicità di utilizzo è stata una condizione necessaria, ma non sufficiente, per rendere onnipresenti gli smartphone e fare sì che chiunque, da un bambino di 4 anni a un ultranovantenne, possa sfruttare almeno le funzioni di base di uno smartphone.

Tutto quello che succede dietro le quinte è, però, molto più complesso, sia all’interno dei device, sia in tutta l’infrastruttura che garantisce la connettività. Oltre alle attività legate alla produzione dei dispositivi e degli apparati di rete, c’è una costante attività di ricerca e sviluppo, portata avanti dall’ecosistema nel suo complesso, con alcune aziende che detengono un ruolo di leadership tecnologica e di competenze, che di fatto guidano la ricerca in specifiche direttrici. Una delle aziende che più si distingue sul mercato per le attività di ricerca e sviluppo è Ericsson, che chiaramente si concentra sugli ambiti di ricerca propedeutici allo sviluppo delle reti, in tutte le sue componenti.

centro ricerca ericsson pisa

Da sempre, Ericsson ha sviluppato una rete di centri di ricerca, ubicati in varie parti del mondo, compresa l’Italia, dove ne sono presenti tre, che contribuiscono alla strategia complessiva di ricerca e sviluppo della multinazionale svedese. Edge9 ha incontrato Paola Iovanna, che ricopre il ruolo di Principal Research e si occupa di attività ricerca sulle reti di trasporto e sulle soluzioni di orchestrazione per le reti mobili. Paola svolge il suo lavoro nel centro di Ericsson ubicato a Pisa, dove si svolge esclusivamente attività di ricerca, quindi non di sviluppo, che è appunto specializzato nella ricerca legata alla rete di trasporto, che rappresenta una delle direttrici del core business di Ericsson, e dei sistemi ottici per le future reti radio.

Prosegue lo sviluppo del 5G

Il nostro centro si occupa delle reti di trasporto del futuro: stioamo considerando l’evoluzione delle reti 5G e il percorso verso il 6G”, spiega Iovanna “In questo momento stiamo lavorando sul segmento d'accesso quindi molto in prossimità dell'antenna, il segmento d'accesso per la rete mobile, che è chiaramente il core business per la nostra azienda”. Un centro che non lavora in autonomia, ma è in contatto sia con le altre sedi di Ericsson dove si fa ricerca, sia con altre stakeholder. Gli operatori TLC, naturalmente, ma anche rappresentanti di settori verticali specifici, con i quali si sta lavorando per comprendere quali possano essere i casi d’uso del 5G nei vari segmenti di mercato, capire quali saranno le nuove sfide per la rete di trasporto.

Abbiamo capito che l’evoluzione del 5G non significa solo aumentare la capacità o la velocità di trasferimento: in alcuni settori verticali è fondamentale concentrarsi sulla qualità del servizio. E per farlo bisogna aggiungere dinamicità”. Per spiegare il concetto, Iovanna fa il paragone con la rete autostradale, che connette dinamicamente le varie città, che rappresentano i settori verticali. Così come è possibile riconfigurare i caselli autostradali per smaltire in maniera più efficace il traffico, così nelle reti 5G si riconfigurano i nodi (switch). Questo porta delle sfide: la prima è quella di creare questi nodi di rete, e quali tecnologie adottare.

Centro ricerca ericsson Pisa

Il centro di ricerca di Pisa si occupa non solo di capire la rete, quindi come è fatta, che topologia adotta e che caratteristiche deve avere. C’è anche un centro molto importante di ricerca sull'ottica. Vogliamo dei nodi che abbiano dei costi bassi, che siano di dimensioni contenute, e semplici”, afferma Iovanna, spiegando che per semplicità si intende la facilità con cui, in caso di guasto, questi nodi possono essere sostituiti semplicemente rimuovendo quelli danneggiati e connettendone di nuovi, in un’ottica Plug & Play.

Le tecnologie ottiche su cui sta facendo ricerca Ericsson vanno poi combinate con altre tecnologie. Il collante di tutto è rappresentato da intelligenza e automazione, che si occupano di gestire e orchestrare il tutto in maniera efficace, riducendo al minimo i consumi energetici e, di conseguenza, i costi. In questo ambito, l’IA fa da padrona. “Noi definiamo soluzioni, le simuliamo e poi facciamo dei proof of concept, cioè li implementiamo per capire se sono effettivamente realizzabili e l’impatto che potrebbero avere”.

Un lavoro corale, svolto insieme agli altri centri di ricerca di Ericsson, ma anche ai partner che rappresentano i settori verticali. Alcuni esempi concreti di questa sperimentazione sono il porto di Livorno, dove una gestione intelligente della logistica permetteva di ridurre i consumi. O le smart factory. Ma anche la sanità, gli enti di ricerca. Un focus particolare è la relazione intensa con la Scuola Superiore Sant’Anna e il laboratorio ottico del CNIT.

Attualmente a Pisa ci sono 14 ricercatori, fra esperti di ottica (i fotonici, come li chiama Iovanna), di tecnologie a pacchetto, di intelligenza artificiale.

Dobbiamo ancora vedere il vero potenziale del 5G

Rispetto ad altre tecnologie, che vengono prima applicate su settori verticali e poi aperte al mondo consumer, nel 5G è successo un po’ il contrario. La rete di comunicazione 5G è abbastanza diffusa oggi, molto capillare, ma le applicazioni per i settori verticali stanno iniziando a venire implementare solo ora. “Crediamo che molti dei servizi verticali che oggi già cominciano a essere commercializzati avranno un'esplosione in termini numerici”, prosegue Iovanna, sottolineando che comunque questi servizi, per esempio quelli di smart ambulance, saranno spesso erogati tramite una rete pubblica. In queste situazioni, non è accettabile perdere pacchetti di dati, ed è quindi fondamentale che la rete di trasporto sia in grado di seguire queste evoluzioni. Il tutto mantenendo costi contenuti, che è una delle sfide principali

In pratica, la rete mobile sta seguendo un approccio evolutivo simile a quello che ha visto il mondo cloud, con la porzione edge che sta acquisendo sempre maggiore importanza per le elaborazioni locali. Nel campo TLC, l’edge è rappresentato dai nodi della rete di trasporto, che si occupano delle elaborazioni rapidissime, praticamente in tempo reale, per garantire la stabilità e la qualità del servizio. O, meglio, dei servizi, perché come abbiamo visto la rete 5G sarà suddivisa in più “slice”, tronconi, ciascuno caratterizzato da uno specifico SLA, che potrà privilegiare la banda o la latenza a seconda del caso d’uso.

Il nodo dei costi

Iovanna nel corso dell’intervista ha sottolineato spesso il tema dei costi: contenerli è una sfida non banale, oltre che uno degli obiettivi del team di ricerca di Ericsson a Pisa. E per costi non si intendono solo quelli delle apparecchiatura, ma anche quelli necessari per l’installazione, la manutenzione e l’operatività della rete in generale. Le variabili che incidono sui costi totali sono numerose, e la ricerca di Ericsson si concentra anche su come ottimizzare le spese. A volte, può essere conveniente adottare nodi più costosi: se sono più “intelligenti”, si riconfigurano con maggiore, flessibilità, si aumenta l’automazione e se ne diminuisce il numero totale, portando quindi a un risparmio complessivo. Anche in termini di consumi energetici, migliorando quindi la sostenibilità. Un concetto non tanto differente dal Total Cost of Ownership (TCO) molto caro nel settore informatico.

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