Gli operatori del cloud europeo rifiutano le offerte di Microsoft: le pratiche sulle licenze resterebbero discriminatorie
di Riccardo Robecchi pubblicata il 12 Giugno 2023, alle 17:11 nel canale CloudUn consorzio di operatori cloud europei aveva denunciato Microsoft per presunte pratiche scorrette nella gestione delle licenze del software: i tentativi dell'azienda americana di ottenere un accordo sono finora andati a vuoto
Le pratiche di Microsoft nel mondo del cloud sono da tempo nel mirino dei concorrenti europei, che l'anno scorso avevano denunciato il colosso americano presso l'autorità antitrust della Commissione Europea. Microsoft sembra aver cercato di raggiungere un accordo con i concorrenti, finora senza successo: il CISPE, il gruppo di operatori del settore cloud che ha avviato l'azione legale, ha infatti rifiutato le offerte di Microsoft.
Gli operatori cloud europei rifiutano le offerte di Microsoft sulle licenze
"Era un'offerta piuttosto misera e parecchio lontana da qualunque cosa che riteniamo accettabile", ha comunicato il gruppo CISPE a The Register. "In linea di principio siamo contenti di chiudere il caso fra di noi, ma abbiamo dei requisiti minimi perché i negoziati vadano avanti."
Al centro del problema ci sono le pratiche di Microsoft nel gestire le licenze dei suoi software nel cloud. Secondo il gruppo CISPE, che raccoglie molti nomi di spicco del cloud in Europa come Aruba, OVHcloud, Serverplan, Ionos e AWS, ci sono problemi come "il bundling [ovvero l'offerta di uno sconto quando vengono acquistati più prodotti insieme, NdR] ingiustificato e discriminatorio, il tying [ovvero l'uso di sconti su un prodotto o servizio per favorirne un secondo, NdR], l'uso di prezzi preferenziali e il lock-in tecnico ed economico".
Microsoft aveva annunciato un cambio significativo nella propria strategia cloud un anno fa, quando aveva comunicato cambiamenti profondi nelle politiche adottate in Europa per quanto riguarda le licenze e il rapporto con i partner. Tali cambiamenti, tuttavia, sono stati visti come insufficienti dal CISPE, che ha affermato che tuttalpiù le novità aggiungono "nuove pratiche inique alla lista".
Che la Commissione Europea proceda con l'apertura ufficiale di un caso antitrust non è dunque ancora escluso a questo punto, ma rimarrà da vedere se ciò effettivamente avverrà e quali risultati potrà, nel caso, ottenere.
Il fronte antitrust per Microsoft è piuttosto ampio: oltre alla denuncia del CISPE, lanciata lo scorso marzo, ce n'è anche una lanciata da Nextcloud e da altri operatori per quanto riguarda l'inclusione di Teams e OneDrive nel pacchetto Office, oltre a quella avviata da Slack.
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