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IBM: È necessario regolamentare l’IA per liberarne tutto il potenziale

di pubblicata il , alle 15:41 nel canale Innovazione IBM: È necessario regolamentare l’IA per liberarne tutto il potenziale

Stefano Rebattoni, Presidente e Amministratore Delegato di IBM Italia, ne è certo: l’intelligenza artificiale generativa diventerà indispensabile per la creazione di valore di tutte le aziende. Un potenziale enorme con cui tutti dovranno confrontarsi, ma allo stesso tempo è necessario definire un perimetro regolatorio chiaro che identifichi le responsabilità dei vari attori coinvolti

 

Viviamo un periodo pieno di contraddizioni. Da un lato c’è uno scenario macroeconomico e geopolitico a dir poco preoccupante: tassi di interesse in costante crescita per contrastare un’inflazione che è ai massimi storici, al conflitto in Ucraina si stanno affiancando tensioni elevatissime in diversi stati africani, previsioni di crescita del PIL in contrazione ovunque. In questo contesto così complesso, però, continuiamo ad assistere a uno sviluppo tecnologico che non mostra segni di cedimento e che, anzi, sembra continuare a creare le condizioni per una crescita delle imprese, a patto che riescano a cogliere le nuove opportunità offerte dall’evoluzione della tecnologia.

IMB Rebattoni

Per discutere di questi temi e approfondire il valore sempre crescente della tecnologia, IBM ha organizzato un incontro con la stampa, in occasione del proprio evento annuale IBM Think 2023. All’incontro erano presenti Stefano Rebattoni, Presidente e Amministratore Delegato di IBM Italia, Alessandro Curioni, Vicepresidente per l’Europa e direttore del laboratorio di ricerca IBM di Zurigo, e Tiziana Tornaghi, Managing Partner IBM Consulting Italia.

L’intelligenza artificiale generativa entra nei processi aziendali

Assoluta protagonista, in questa fase di sviluppo tecnologico, è l’intelligenza artificiale generativa, quella resa “famosa” da ChatGPT. IBM è profondamente convinta che riuscire a integrare questa tecnologia nei processi aziendali sia una condizione indispensabile affinché le aziende, di qualsiasi dimensione, possano continuare a generare valore, non solo nel lungo periodo, ma anche a breve termine. Indispensabile perché, in funzione delle dinamiche di mercato che citavamo prima, oggi la crescita si può realizzare solo a discapito dei concorrenti e quindi diventa essenziale riuscire a differenziarsi. L’IA generativa può dare il suo contributo nel migliorare la qualità dei prodotti/servizi offerti dalle aziende, ma ancora di più può avere un effetto amplificativo sulla produttività e quindi sui vantaggi di efficienza che permettono alle aziende di contenere i costi. L’IA ha effetto quindi su entrambe le direttrici che permettono alle aziende di generare valore e conquistare o mantenere un vantaggio competitivo.

IBM Alessandro Curioni

Un elemento dirompente dell’IA generativa è che, secondo Alessandro Curioni, a differenza degli altri modelli di IA utilizzati finora, è accessibile a tutti, non solo alle grandi aziende che da anni sperimentano e implementano modelli di IA “vecchio stile”. L’IA generativa infatti può essere applicata a molti ambiti aziendali ed è “general purpose”, in contrapposizione agli altri modelli, che avevano degli ambiti di applicazione molto ristretti e che richiedevano ingenti risorse per la fase di training.

La sfida di oggi, secondo Rebattoni, è identificare in maniera puntuale quale sia il valore che si può trarre dall’IA generativa, andando a realizzare strumenti che nativamente possano generare produttività ed efficienza, cosa da poter liberare tempo alla forza lavoro, che potrà essere allocata su attività a maggior valore. Sono tre i casi d’uso che, secondo IBM, possono beneficiare sin da subito dall’implementazione dell’IA generativa: digital labour (back office, generazione contenuti, amministrazione, HR), contact center, ticket IT. Un esempio concreto dell’applicazione di questa tecnologia in questi ambiti è l’annuncio dell’estensione della partnership fra IBM e WINDTRE di cui abbiamo parlato qui.

I pericoli dell’intelligenza artificiale generativa

L’IA generativa non porta con sé solo un potenziale positivo, proprio perché il suo impatto è così dirompente. IBM è fermamente convinta che per riuscire a raggiungere il massimo potenziale della tecnologia sia necessario definire un perimetro normativo chiaro e condiviso a livello internazionale che definisca dei limiti precisi all’interno dei quali tutti gli attori coinvolti debbano operare. La chiave, per Rebattoni, è che la regolamentazione debba porre dei limiti alle applicazioni e non agli algoritmi, per evitare che si rallenti lo sviluppo dell’IA ma che, allo stesso tempo, si possano limitare gli effetti negativi della sua applicazione. IBM è fra gli attori coinvolti, insieme ad altri enti privati e alle istituzioni governative, che stanno lavorando alla definizione di questa normativa, che ha anche l’obiettivo di definire delle chiare responsabilità per chi crea i modelli di intelligenza artificiale e non solo per gli utenti, che rischiano invece di subirli. L’auspicio di IBM è che, grazie a questa normativa, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa prosegua in modo sempre più aperto e trasparente.

IBM Tornaghi

Per chiudere il cerchio, Tiziana Tornaghi ha sottolineato come, grazie all’IA generativa, consulenza e tecnologia oggi lavorano insieme come mai in passato e, in quest’ottica, IBM sta creando una “factory” dedicata all’IA dove un team interdisciplinare sperimenta le diverse applicazioni della tecnologia. 

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