Smart Working
Secondo Treu il lavoro agile deve diventare nuova normalità
di Alberto Falchi pubblicata il 13 Agosto 2020, alle 13:01 nel canale Innovazione
Per il presidente del Cnel Treu è necessario aprire un dibattito sullo smart working, che non dovrebbe essere più visto come misura per fronteggiare l'emergenza ma dovrebbe far parte della contrattazione nazionale
44 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoA parte nel centro città dove gli immobili vengono comprati dai ricchi che possono permetterselo, fatti un giro nelle periferie e vedi quanti appartamenti vuoti vedi, forse centinaia se non migliaia.
E ripeto 40% disoccupazione giovanile dati Istat non therinai dicono che i giovani non trovano lavoro.
Puoi inventarti la realtà che vuoi, ma quella vera è un'altra.
E se non ci fossero i vecchi con le loro pensioni o i lavori "sicuri" tanti giovani starebbero ancora con mamma e papà perché dei se e dei ma le banche non vogliono saperne e un precario il mutuo lo vede col binocolo.
Si può lavorare in modalità agile anche in azienda, così come si può lavorare da remoto senza adottare la modalità agile.
E tra telelavoro e smartworking la differenza è di tipo contrattuale principalmente.
Quando leggo agile io giustamente intendo questo:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Metodologia_agile
Ciò non toglie che il cambiamento del mercato del lavoro era già in atto, e fare leggi in totale contrasto ad esso non avrebbe portato a nulla, come scrivevo prima solo un ingenuo (evito di usare termini più forti ma ci siamo capiti...) potrebbe pensare di guidare il mercato del lavoro a suon di leggi e decreti (vedi ad esempio i neostatalisti del M5S che regalano soldi, bloccano licenziamenti e assumerebbero orde di dipendenti pubblici...
Rispetto al far west stile USA la riforma Treu ha cercato di imporre dei limiti e delle regole, poi è ovvio che abbia causato mal di pancia a chi si illudeva di poter lavorare a vita nella megaditta (magari pseudo pubblica) ereditando il posto del padre senza incertezze o preoccupazioni, peccato che quel mondo del lavoro non esista più e quindi è stupido incapponirsi, meglio lavorare per trovare un compromesso.
Scusate il quote un po' selvaggio ma ho notato che citate tutti un aspetto comune che salta fuori spesso in questo genere di discussioni.
Come può fare una coppia o un giovane ad aprire un mutuo per comprare casa?
Ora, io non so quanti anni abbiate, io sono del '79 e ricordo benissimo la situazione di quando ero bambino, se non altro per il fatto che la casa era un pensiero fisso per i miei che volevano a tutti i costi costruirsela, però era un'eccezione.
Rispetto ad oggi (o cmq agli ultimi 20 anni) allora erano pochissime le persone che acquistavano casa, la norma era andare in affitto persino nei piccoli paesi.
E questa cosa la si ritrova anche oggi in mezza europa, persino nei paesi considerati più ricchi e benestanti (es Germania) coloro che vivono in una casa di proprietà sono pochissimi rispetto all'Italia.
Solitamente qui scatta sempre l'obiezione "eh ma da noi è una cosa culturale, a loro non interessa come a noi perchè sono cresciuti con una mentalità diversa..."
Ma neanche un po', anche i tedeschi amerebbero avere la casa di proprietà, solo che semplicemente molti non se la possono permettere.
Allora di solito scatta l'obiezione secondo cui il loro potere d'acquisto è maggiore, o gli affitti sono più bassi.
Sul potere d'acquisto si può discutere (varia molto anche in Italia da nord a sud eh...) ma sugli affitti tutti considerano solo quelli assurdi delle grandi città, ma non l'ha certo prescritto il dottore di abitare a Roma o Milano o Torino... Da me a 50Km da Milano l'affitto di un bilocale spazioso, indipendente, nuovo e carino è sulle 350 €/mese, a Milano per una casa simile toccherà spendere almeno 1000 €/mese, i conti sono presto fatti...
In passato nessuno si sarebbe fatto alcun problema a fare il pendolare e smazzarsi 100Km al giorno in treno o auto per andare al lavoro (l'ho fatto io stesso per 25 anni, fino a fine febbraio scorso causa covid...), oggi molta gente non è disposta a farlo, io ne conosco diversi.
Così come conosco diversi neolaureati (giovani e senza famiglia) che hanno rifiutato posti di lavoro ben pagati perchè era richiesta la disponibilità a piccole trasferte (cmq in nord Italia e ogni tanto a Roma, non in Tanzania... tutte spesate per benino, magari con auto aziendale), roba che vent'anni fa io avrei fatto i salti di gioia se mi avessero proposto qualcosa del genere.
Ma potrei riportarvi gozziliardi di storie simili, di aziende che nella mia zona (prov BG) fanno una fatica bestiale a trovare personale (sia formato che da formare a spese loro) da inserire nel proprio organico a tempo indeterminato; ovviamente non cercano operai generici che non vogliono specializzarsi, o laureati senza professionalità che pretendono ruoli dirigenziali senza alcuna esperienza solo per il fatto di avere un diploma, vogliono operai specializzati e gente che abbia voglia di specializzarsi.
Insomma ragazzi (scusate le lungaggini ma il discorso mi appassiona) crisi o non crisi, covid o non covid di opportunità ce ne sono, possono non coincidere con le nostre aspettative però ci sono.
Non mi illudo certo che sia lo stesso in tutto il paese, però se uno vuol cercare, di opportunità se ne trovano.
Ti premetto che lavoro in una grande società privata con un contratto a tempo indeterminato pre-riforma articolo 18 (per pochissimo
Nella mia vita ho perso il conto dei lavori che ho fatto, società che ho cambiato e tipologie contrattuali (a parte lo stage li ho tutti...
Quindi non sono una persona che pretende il posto fisso e lo trovo in certi casi un blocco sia alla crescita personale che economica (non a caso non mi sento più felice rispetto a quando ero molto precario
Detto questo... è vero che possedere una casa non è un obbligo e si può tranquillamente vivere in affitto, ma mentre questa una volta era UNA SCELTA, oggi sta diventando sempre di più una imposizione e non dettata sempre solo da mancanza di sacrifici.
Nella mia vita non conosco nessuno che non abbia dovuto chiedere un aiuto economico ai propri genitori per dare l'anticipo di un mutuo e spesso li ha dovuti mettere anche come garanti perchè anche se a tempo indeterminato, se non lavori nel pubblico, puoi sempre finire licenziato.
Sulle motivazioni per cui si voglia comprare una casa ce ne sono di molto semplici:
1) Non regali soldi a fondo perduto (perchè a scadenza del contratto di affitto, non vi è l'obbligo da nessuna delle parti di rinnovarlo... e spesso bisogna ricontrattare)
2) Non investi in lavori in una casa che non è tua (danno quindi anche per l'economia)
3) Quando hai finito di comprare la casa (prima è solo virtualmente tua), hai un bene che rimane nella tua disponibilità come garanzia
Ma immaginiamo che si voglia stare in affitto, nonostante quanto sopra.
A me è successo PERSONALMENTE che abbiano voluto i miei genitori (entrambi) come garanti in quanto pensionati, nonostante avessi uno stipendio ampiamente sufficiente a coprire l'affitto.
Alcuni pensa che volevano persino una fideiussione bancaria perchè avevano paura a causa di vecchi problemi con precedenti inquilini (e io non ho mai ritardato neanche di un giorno l'affitto).
Ora in un clima di profonda sfiducia, con stipendi mediamente bassi (se non erro si parla di 1.300-1.400 euro) e con affitti che spesso nelle grandi città variano tra i 600 (in periferie in mezzo al nulla o molto disagiate) ad oltre 1000 euro, è quasi logico che nessuno voglia buttare buona parte del proprio stipendio.
Gli acquisti di case però, come detto in precedenza, richiedono ancora tantissimi vincoli che mal si conciliano con la situazione di forte precarietà o per meglio dire volatilità del lavoro.
Quindi è il famoso cane che si morde la coda.
Per carità si può anche decidere di andare a vivere in campagna (anche più salutare), ma il problema rimane sempre l'aspetto lavorativo.
Se devi andare poi in città e hai degli orari abbastanza rigidi, il rischio di dover dedicare tutta la tua giornata esclusivamente a quello (spostamenti compresi) è reale.
Con questa ultima affermazione non voglio in alcun modo dire che sia normale lamentarsi delle distanze, ma che quando vengono fatte alcune scelte si deve essere ben consapevoli che andranno ad influire su altri aspetti, come quelli della vita familiare (il famoso problema del "tempo di qualità"
Se una volta vi era molta più tolleranza in tal senso, oggi è facile sentire di coppie che vivono momenti di crisi (ne conosco molte) proprio a causa della scarsa presenza fisica (e non solo ovviamente).
Per questo dico che ragionare esclusivamente su un ambito (il lavoro), tralasciando tutto quello direttamente o indirettamente ne viene coinvolto è stato un errore nel passato e sul quale ad oggi non ho visto grande incisività.
Stiamo andando offtopic.
E' praticamente la regola - difficile trovare un affitto che non ti chieda una fideiussione, o tipo 10 rate di affitto in anticipo: non aumenta di moltissimo la rata mensile, e se non lo vuoi passano oltre; il mercato degli affitti e' abbastanza florido: sono i contratti di affitto ad essere un po' obsoleti.
Molti di quelli che affittano si trovano l'affittuario che sparisce da un giorno all'altro, nullatenente o straniero tornato in patria; con lo stato che continua a tassarti una rendita che non esiste piu' e ti lascia come unica opzione far causa ad un fantasma, con una speranza praticamente nulla di recuperare il credito o di evitare almeno la tassazione su quel che non hai incassato.
Sempre che nel frattempo non ti abbiano distrutto casa.
Sono entrato in DUE case in affitto, e in entrambe ho quasi ristrutturato io l'appartamento perche' sporche, invivibili o non a norma.
Piuttosto, occhio che il telelavoro apre a ulteriori competizioni: lasciate stare l'indiano che ne servono dieci per fare un normale fte. C'e' tutta l'europa dell'est che e' ben formata, costa poco, giovane e spesso conosce due/tre lingue tra cui l'italiano.
Le aziende stanno gia facendosi due conti, su quel che risparmiano in real estate (spesso sono milioni all'anno), riducendo i posti a 1/4 della forza lavoro e mettendo in rotazione - tipo una settimana al mese in ufficio.
Questo creera' degli squilibri (es: mercato dell'automotive, accise sui carburanti, catering locale) il cui impatto in questo momento e' difficili da valutare.
E' praticamente la regola - difficile trovare un affitto che non ti chieda una fideiussione, o tipo 10 rate di affitto in anticipo: non aumenta di moltissimo la rata mensile, e se non lo vuoi passano oltre; il mercato degli affitti e' abbastanza florido: sono i contratti di affitto ad essere un po' obsoleti.
Molti di quelli che affittano si trovano l'affittuario che sparisce da un giorno all'altro, nullatenente o straniero tornato in patria; con lo stato che continua a tassarti una rendita che non esiste piu' e ti lascia come unica opzione far causa ad un fantasma, con una speranza praticamente nulla di recuperare il credito o di evitare almeno la tassazione su quel che non hai incassato.
Sempre che nel frattempo non ti abbiano distrutto casa.
Sono entrato in DUE case in affitto, e in entrambe ho quasi ristrutturato io l'appartamento perche' sporche, invivibili o non a norma.
Piuttosto, occhio che il telelavoro apre a ulteriori competizioni: lasciate stare l'indiano che ne servono dieci per fare un normale fte. C'e' tutta l'europa dell'est che e' ben formata, costa poco, giovane e spesso conosce due/tre lingue tra cui l'italiano.
Le aziende stanno gia facendosi due conti, su quel che risparmiano in real estate (spesso sono milioni all'anno), riducendo i posti a 1/4 della forza lavoro e mettendo in rotazione - tipo una settimana al mese in ufficio.
Questo creera' degli squilibri (es: mercato dell'automotive, accise sui carburanti, catering locale) il cui impatto in questo momento e' difficili da valutare.
Non nego che chi affitta, debba anche lui avere delle tutele (da me chiedono un paio di mesi di affitto come cauzione)... ma se inizi a chiedere 100 garanzie a gente che non ha un lavoro stabile... comprendi bene che la situazione diventa complicata...
Una casa non la puoi comprare se non hai un ottimo anticipo e garanzie...
In affitto non ci puoi andare, se non fai una fideiussione bancaria (a me fu chiesto un anno di affitto... oltre 10.000 euro bloccati... pura follia) o se non metti almeno un paio di garanti con contratto a tempo indeterminato sicuro o pensione...
A questo punto non rimangono molte scelte... e personalmente io non spendo soldi in ristrutturazioni importanti (parlo di rifare tutto l'impianto elettrico e idraulico ad esempio) in una casa dalla quale mi possono cacciare a fine contratto.
Per quanto riguarda il lavoro da casa (chiamatelo come vi pare), la mia azienda sicuramente cambierà sede per cercarne una molto più piccola.
Ma questo era un processo già ipotizzato molto tempo fa... il Covid ha solo accelerato.
Sta succedendo ovunque nel mondo, a soffrirne saranno solo i palazzinari.
L'affitto di una sede che ospita magari mille persone, e' misurabile in milioni all'anno, piu' spese per acqua, energia, pulizie, sicurezza e connettivita'.
A casa, tre quarti del costo sparisce ... aggiungi anche che le "ristrutturazioni" sanno molto piu' semplici e che aumentera' la competitivita' - la famosa azienda bergamasca che non trova personale, potra' cercare fino a Leuca; diventera' una grande livella, non necessariamente positiva.
con ottima qualita' del risultato
Mmm, no. Il fatto che TU non investa in lavori sulla tua casa non implica affatto un automatico danno all'economia. Il tuo canone confluisce nel reddito del proprietario di casa, che a sua volta né destinerà una parte in consumi, investimenti e tasse (si spera).
Al di là della necessità di risolvere il problema della densità di lavoratori, l'unico male del mercato del lavoro in Italia è una fiscalità abberrante ed eccessivamente complicata (oltre che sfavorevole allo sviluppo) e a mio avviso, facendo un parallelo con l'edilizia, anzichè ristrutturare, che bene o male è sempre un compromesso, ora converrebbe fare tabula rasa e ricostruire tutto ex-novo... ma non ne hanno nè capacità nè competenze, troppo inquinati da politiche di partito...
I venditori di auto staranno facendo la ola, dato che alla famiglia media al posto di aver bisogno di due macchine ne basterà solo una per i weekend. E col mercato dell'usato che si riempirà di auto, i venditori saranno felicissimi.
Tasse e accise sulla benzina che non verrà più acquistata? Ma che schifo!
Si vede che lo Stato riceve troppi soldi di tasse e non sa dove metterli...
Poi veniteci a dire, a Ottobre, che bisogna fare un altro lock down che "tanto lo Stato ti da i soldi e ti sospende le tasse, in caso di emergenza"
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