Secondo Treu il lavoro agile deve diventare nuova normalità

Secondo Treu il lavoro agile deve diventare nuova normalità

Per il presidente del Cnel Treu è necessario aprire un dibattito sullo smart working, che non dovrebbe essere più visto come misura per fronteggiare l'emergenza ma dovrebbe far parte della contrattazione nazionale

di pubblicata il , alle 13:01 nel canale Innovazione
Smart Working
 

Lo smart working è stato uno strumento molto utile durante l’emergenza, ora occorre renderlo strutturale". A sostenerlo è è Tiziano Treu, presidente del Cnel, nel suo editoriale sul Notiziario Mercato del Lavoro

"In questi 100 giorni l’Europa è cambiata più che in trent’anni" - spiega Treu, che sottolinea l'importanza di "fare il miglior uso delle risorse comuni nella direzione indicata dalla Commissione europea per gestire in modo innovativo le due grandi transizioni, quella digitale e quella verde".

Lavoro agile: sono 8 milioni gli italiani che lavorano da remoto

Secondo le stime di Cgil Nazionale e della Fondazione Di Vittorio, prima dell'emergenza sanitaria erano circa 500.000 gli italiani che lavoravano da remoto. Il lockdown ha fatto crescere rapidamente la cifra, tanto che in poche settimane si è arrivati a ben 8 milioni di persone che sono passate a nuove modalità di lavoro. E ora non ha più senso tornare indietro: "La pandemia da Covid-19 ha cambiato radicalmente il lavoro e l'organizzazione aziendale, nelle imprese come nelle pubbliche amministrazioni. Lo smart working è stato uno strumento molto utile durante l'emergenza, ora occorre renderlo strutturale. Il grande numero di contratti scaduti e la nuova stagione della contrattazione che si sta aprendo non può non tenerne conto", ha dichiarato Treu.

Sul Notiziario Mercato del Lavoro viene dedicato ampio spazio al tema, sottolineando come "quanto sperimentato in questi mesi possa essere considerato, più che un vero e proprio smart working, come una forma di home working". Il lavoro agile infatti prevede l'abbattimento del classico orario di lavoro, dando al dipendente maggiore autonomia per bilanciare le esigenze casa/lavoro, ma quanto visto fino a ora non corrisponde a questo e nella maggioranza dei casi, i lavoratori si sono trovati a lavorare con le stesse modalità di prima, solo che lo hanno fatto da casa invece che in ufficio. Solo il 23% dichiara di aver percepito un vero e proprio cambiamento. Il 32% dichiara di aver visto cambiamenti parziali mentre il 45% sostiene di non aver sperimentato alcuna innovazione. 

44 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info
Tasslehoff13 Agosto 2020, 14:24 #1
Mah, trovo che tutte le discussioni sulla differenza tra smart working e home working lascino il tempo che trovano, e riguardino solo le realtà estremamente formali e di grandi dimensioni, che in Italia significa prevalentemente pubblica amministrazione.

Per il resto che senso ha porsi tutti questi problemi sulle differenze?
Cmq vada non c'è modo di verificare in modo preciso e continuativo se un lavoratore è attivo in un dato momento, a meno di utilizzare strumenti invasivi per la privacy e quindi illegali, oltre che assurdi e inefficaci.

Per carità non voglio illudermi e cerco anche di mettermi dall'altra parte (io sono dipendente), è indubbio che tantissima gente sia assolutamente incapace e non interessata a lavorare per obbiettivi, gente alla quale del lavoro non frega assolutamente nulla tranne il fatto che è un modo per portare a casa lo stipendio. Personalmente provo grande pena per tutti questi, anche solo per il fatto che vivere così dev'essere un inferno; volente o nolente il grosso della vita della maggior parte della gente è dedicato al lavoro, farne uno che non piace o aspettando solo il momento di staccare per tornare a casa è veramente triste.

Per tutta questa gente il ricorso al lavoro remoto durante l'emergenza covid è stata una manna per fare poco o niente ed essere pagata, su questo io capisco benissimo la diffidenza di tante aziende o datori di lavoro
ripe13 Agosto 2020, 14:46 #2
Originariamente inviato da: Tasslehoff
Mah, trovo che tutte le discussioni sulla differenza tra smart working e home working lascino il tempo che trovano, e riguardino solo le realtà estremamente formali e di grandi dimensioni, che in Italia significa prevalentemente pubblica amministrazione.

Per il resto che senso ha porsi tutti questi problemi sulle differenze?
Cmq vada non c'è modo di verificare in modo preciso e continuativo se un lavoratore è attivo in un dato momento, a meno di utilizzare strumenti invasivi per la privacy e quindi illegali, oltre che assurdi e inefficaci.

Per carità non voglio illudermi e cerco anche di mettermi dall'altra parte (io sono dipendente), è indubbio che tantissima gente sia assolutamente incapace e non interessata a lavorare per obbiettivi, gente alla quale del lavoro non frega assolutamente nulla tranne il fatto che è un modo per portare a casa lo stipendio. Personalmente provo grande pena per tutti questi, anche solo per il fatto che vivere così dev'essere un inferno; volente o nolente il grosso della vita della maggior parte della gente è dedicato al lavoro, farne uno che non piace o aspettando solo il momento di staccare per tornare a casa è veramente triste.

Per tutta questa gente il ricorso al lavoro remoto durante l'emergenza covid è stata una manna per fare poco o niente ed essere pagata, su questo io capisco benissimo la diffidenza di tante aziende o datori di lavoro


Sì però questi sono quelli che non fanno nulla anche in ufficio. Ne abbiamo una così nella mia azienda: ciondola, senza produrre nulla. L'unica differenza è che in ufficio scambia il suo tempo con il denaro dello stipendio, mentre a casa è anche libera di fare quello che vuole. Ma a livello di produttività non cambia davvero nulla. Chi lavorava in ufficio continua a farlo anche da casa, anzi è stato dimostrato che lo fa anche in misura maggiore. E' venuto invece il momento di trovare un modo per liberarsi di questi rami secchi e improduttivi.
aqua8413 Agosto 2020, 15:38 #3
Originariamente inviato da: Tasslehoff
Personalmente provo grande pena per tutti questi, anche solo per il fatto che vivere così dev'essere un inferno; volente o nolente il grosso della vita della maggior parte della gente è dedicato al lavoro, farne uno che non piace o aspettando solo il momento di staccare per tornare a casa è veramente triste.

forse è triste come dici tu, posso comprendere il tuo ragionamento
ma devi anche pensare che c'è chi NON PUO' permettersi altro, magari il lavoro che gli piaceva lo ha dovuto abbandonare per chissà quale motivo, oppure non lo trova, ma deve comunque portare qualcosa da mangiare al / ai figli che lo aspettano a casa

tornando in-topic, secondo me va valutato ogni singolo caso, inteso come azienda/lavoro

se ne sono viste di ogni, ad esempio i "furbetti" del cartellino...
almeno si "sbattevano" per uscire di casa, timbrare il cartellino e poi ritornare a casa a fare gli affari loro
figuriamoci se gli danno lo smartworking, sarebbe come avere vinto al lotto per loro!!
The_ouroboros13 Agosto 2020, 15:57 #4
e in altre news, l'acqua e' umida
r134813 Agosto 2020, 16:09 #5
Treu è il Ministro del Lavoro che ha introdotto in Italia il lavoro interinale ed i contratti atipici negli anni '90, che hanno distrutto un'intera generazione di giovani lavoratori, costringendoli al perenne precariato. Questo, tra le altre cose, ha portato ad un disastro demografico, con una generazione che non ha potuto più permettersi di fare figli, e di conseguenza ha distrutto il contratto sociale su cui si basava la previdenza italiana, che non poté più contare sui contributi dei giovani (pochi e precari) per pagare le pensioni degli anziani (tanti e retributivi).

Questo giusto perché a volte è necessario anche ricordare CHI pronuncia certe parole.
Axios200613 Agosto 2020, 17:18 #6
Originariamente inviato da: r1348
Treu è il Ministro del Lavoro che ha introdotto in Italia il lavoro interinale ed i contratti atipici negli anni '90, che hanno distrutto un'intera generazione di giovani lavoratori, costringendoli al perenne precariato. Questo, tra le altre cose, ha portato ad un disastro demografico, con una generazione che non ha potuto più permettersi di fare figli, e di conseguenza ha distrutto il contratto sociale su cui si basava la previdenza italiana, che non poté più contare sui contributi dei giovani (pochi e precari) per pagare le pensioni degli anziani (tanti e retributivi).

Questo giusto perché a volte è necessario anche ricordare CHI pronuncia certe parole.


"lavorare meno, lavorare tutti". E alle ortiche i diritti dei lavoratori.

Una massa di precari interinali...

Eh si... il nome mi suonava tristemente familiare....
canislupus13 Agosto 2020, 17:28 #7
Originariamente inviato da: aqua84
forse è triste come dici tu, posso comprendere il tuo ragionamento
ma devi anche pensare che c'è chi NON PUO' permettersi altro, magari il lavoro che gli piaceva lo ha dovuto abbandonare per chissà quale motivo, oppure non lo trova, ma deve comunque portare qualcosa da mangiare al / ai figli che lo aspettano a casa

tornando in-topic, secondo me va valutato ogni singolo caso, inteso come azienda/lavoro

se ne sono viste di ogni, ad esempio i "furbetti" del cartellino...
almeno si "sbattevano" per uscire di casa, timbrare il cartellino e poi ritornare a casa a fare gli affari loro
figuriamoci se gli danno lo smartworking, sarebbe come avere vinto al lotto per loro!!


La grande differenza risiede tra privato e pubblico.
Nel primo esistono dei casi di nullafacenza (specie nelle grandi società dove spesso sei solo un numero), nel pubblico tale percentuale è sicuramente più alta perchè alla fine ci rimette solo lo Stato e se chi dovrebbe controllare, non ha alcun riscontro negativo dal suo mancato operato, allora sono tutti contenti... per modo di dire...
the_joe13 Agosto 2020, 17:34 #8
Con il telelavoro è venuta a galla la verità che tutti conoscevano e nessuno diceva, perlomeno l'80% dei dipendenti pubblici sono il modo nascosto dello stato di fare welfare, in pratica il lavoro vero viene svolto dal 20% il resto sono personale non qualificato che svolge attività di contorno (passacarte).

Su Treu non mi pronuncio, i risultati delle riforme sono sotto gli occhi di tutti, è ingeneroso però dare tutta la colpa a lui, i successori hanno continuato l'opera di distruzione del mondo del lavoro, ultimo Renzi...
canislupus13 Agosto 2020, 18:02 #9
Originariamente inviato da: the_joe
Con il telelavoro è venuta a galla la verità che tutti conoscevano e nessuno diceva, perlomeno l'80% dei dipendenti pubblici sono il modo nascosto dello stato di fare welfare, in pratica il lavoro vero viene svolto dal 20% il resto sono personale non qualificato che svolge attività di contorno (passacarte).

Su Treu non mi pronuncio, i risultati delle riforme sono sotto gli occhi di tutti, è ingeneroso però dare tutta la colpa a lui, i successori hanno continuato l'opera di distruzione del mondo del lavoro, ultimo Renzi...


Potenzialmente anche il privato potrebbe essere fatto da un 80% di nullafacenti...
Solo che nel privato sei mediamente controllato e ti possono anche licenziare (anche se con qualche difficoltà o indurti ad andartene.
Nel pubblico neanche se fai l'assenteista ci riescono... quindi chi non ha un'etica, aveva vita facile prima... adesso proprio neanche ha il minimo di rischio di doversi giustificare...
Tasslehoff13 Agosto 2020, 18:24 #10
Originariamente inviato da: r1348
Treu è il Ministro del Lavoro che ha introdotto in Italia il lavoro interinale ed i contratti atipici negli anni '90, che hanno distrutto un'intera generazione di giovani lavoratori, costringendoli al perenne precariato. Questo, tra le altre cose, ha portato ad un disastro demografico, con una generazione che non ha potuto più permettersi di fare figli, e di conseguenza ha distrutto il contratto sociale su cui si basava la previdenza italiana, che non poté più contare sui contributi dei giovani (pochi e precari) per pagare le pensioni degli anziani (tanti e retributivi).

Questo giusto perché a volte è necessario anche ricordare CHI pronuncia certe parole.
Qualcuno potrebbe obbiettare che Treu ha cercato per primo di regolamentare un modo "nuovo" di lavorare che volente o nolente si stava imponendo.

Poi se vogliamo possiamo illuderci dicendo che se non ci fossero stato lui il mercato del lavoro avrebbe potuto continuare ad esistere così com'era (il paese del bengodi del posto fisso a vita), ma sarebbe appunto un'illusione perchè che lo si voglia o no il trend era quello e forse l'apporto di Treu ha evitato un mercato del lavoro selvaggio senza regole (vedi riders da qualche anno a questa parte).

O forse vogliamo raccontarci la favola che il lavoro si crea e si plasma per decreto?

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
 
^