Secondo Treu il lavoro agile deve diventare nuova normalità
di Alberto Falchi pubblicata il 13 Agosto 2020, alle 13:01 nel canale Innovazione
Per il presidente del Cnel Treu è necessario aprire un dibattito sullo smart working, che non dovrebbe essere più visto come misura per fronteggiare l'emergenza ma dovrebbe far parte della contrattazione nazionale
“Lo smart working è stato uno strumento molto utile durante l’emergenza, ora occorre renderlo strutturale". A sostenerlo è è Tiziano Treu, presidente del Cnel, nel suo editoriale sul Notiziario Mercato del Lavoro.
"In questi 100 giorni l’Europa è cambiata più che in trent’anni" - spiega Treu, che sottolinea l'importanza di "fare il miglior uso delle risorse comuni nella direzione indicata dalla Commissione europea per gestire in modo innovativo le due grandi transizioni, quella digitale e quella verde".
Lavoro agile: sono 8 milioni gli italiani che lavorano da remoto
Secondo le stime di Cgil Nazionale e della Fondazione Di Vittorio, prima dell'emergenza sanitaria erano circa 500.000 gli italiani che lavoravano da remoto. Il lockdown ha fatto crescere rapidamente la cifra, tanto che in poche settimane si è arrivati a ben 8 milioni di persone che sono passate a nuove modalità di lavoro. E ora non ha più senso tornare indietro: "La pandemia da Covid-19 ha cambiato radicalmente il lavoro e l'organizzazione aziendale, nelle imprese come nelle pubbliche amministrazioni. Lo smart working è stato uno strumento molto utile durante l'emergenza, ora occorre renderlo strutturale. Il grande numero di contratti scaduti e la nuova stagione della contrattazione che si sta aprendo non può non tenerne conto", ha dichiarato Treu.
Sul Notiziario Mercato del Lavoro viene dedicato ampio spazio al tema, sottolineando come "quanto sperimentato in questi mesi possa essere considerato, più che un vero e proprio smart working, come una forma di home working". Il lavoro agile infatti prevede l'abbattimento del classico orario di lavoro, dando al dipendente maggiore autonomia per bilanciare le esigenze casa/lavoro, ma quanto visto fino a ora non corrisponde a questo e nella maggioranza dei casi, i lavoratori si sono trovati a lavorare con le stesse modalità di prima, solo che lo hanno fatto da casa invece che in ufficio. Solo il 23% dichiara di aver percepito un vero e proprio cambiamento. Il 32% dichiara di aver visto cambiamenti parziali mentre il 45% sostiene di non aver sperimentato alcuna innovazione.
44 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPer il resto che senso ha porsi tutti questi problemi sulle differenze?
Cmq vada non c'è modo di verificare in modo preciso e continuativo se un lavoratore è attivo in un dato momento, a meno di utilizzare strumenti invasivi per la privacy e quindi illegali, oltre che assurdi e inefficaci.
Per carità non voglio illudermi e cerco anche di mettermi dall'altra parte (io sono dipendente), è indubbio che tantissima gente sia assolutamente incapace e non interessata a lavorare per obbiettivi, gente alla quale del lavoro non frega assolutamente nulla tranne il fatto che è un modo per portare a casa lo stipendio. Personalmente provo grande pena per tutti questi, anche solo per il fatto che vivere così dev'essere un inferno; volente o nolente il grosso della vita della maggior parte della gente è dedicato al lavoro, farne uno che non piace o aspettando solo il momento di staccare per tornare a casa è veramente triste.
Per tutta questa gente il ricorso al lavoro remoto durante l'emergenza covid è stata una manna per fare poco o niente ed essere pagata, su questo io capisco benissimo la diffidenza di tante aziende o datori di lavoro
Per il resto che senso ha porsi tutti questi problemi sulle differenze?
Cmq vada non c'è modo di verificare in modo preciso e continuativo se un lavoratore è attivo in un dato momento, a meno di utilizzare strumenti invasivi per la privacy e quindi illegali, oltre che assurdi e inefficaci.
Per carità non voglio illudermi e cerco anche di mettermi dall'altra parte (io sono dipendente), è indubbio che tantissima gente sia assolutamente incapace e non interessata a lavorare per obbiettivi, gente alla quale del lavoro non frega assolutamente nulla tranne il fatto che è un modo per portare a casa lo stipendio. Personalmente provo grande pena per tutti questi, anche solo per il fatto che vivere così dev'essere un inferno; volente o nolente il grosso della vita della maggior parte della gente è dedicato al lavoro, farne uno che non piace o aspettando solo il momento di staccare per tornare a casa è veramente triste.
Per tutta questa gente il ricorso al lavoro remoto durante l'emergenza covid è stata una manna per fare poco o niente ed essere pagata, su questo io capisco benissimo la diffidenza di tante aziende o datori di lavoro
Sì però questi sono quelli che non fanno nulla anche in ufficio. Ne abbiamo una così nella mia azienda: ciondola, senza produrre nulla. L'unica differenza è che in ufficio scambia il suo tempo con il denaro dello stipendio, mentre a casa è anche libera di fare quello che vuole. Ma a livello di produttività non cambia davvero nulla. Chi lavorava in ufficio continua a farlo anche da casa, anzi è stato dimostrato che lo fa anche in misura maggiore. E' venuto invece il momento di trovare un modo per liberarsi di questi rami secchi e improduttivi.
forse è triste come dici tu, posso comprendere il tuo ragionamento
ma devi anche pensare che c'è chi NON PUO' permettersi altro, magari il lavoro che gli piaceva lo ha dovuto abbandonare per chissà quale motivo, oppure non lo trova, ma deve comunque portare qualcosa da mangiare al / ai figli che lo aspettano a casa
tornando in-topic, secondo me va valutato ogni singolo caso, inteso come azienda/lavoro
se ne sono viste di ogni, ad esempio i "furbetti" del cartellino...
almeno si "sbattevano" per uscire di casa, timbrare il cartellino e poi ritornare a casa a fare gli affari loro
figuriamoci se gli danno lo smartworking, sarebbe come avere vinto al lotto per loro!!
Questo giusto perché a volte è necessario anche ricordare CHI pronuncia certe parole.
Questo giusto perché a volte è necessario anche ricordare CHI pronuncia certe parole.
"lavorare meno, lavorare tutti".
Una massa di precari interinali...
Eh si... il nome mi suonava tristemente familiare....
ma devi anche pensare che c'è chi NON PUO' permettersi altro, magari il lavoro che gli piaceva lo ha dovuto abbandonare per chissà quale motivo, oppure non lo trova, ma deve comunque portare qualcosa da mangiare al / ai figli che lo aspettano a casa
tornando in-topic, secondo me va valutato ogni singolo caso, inteso come azienda/lavoro
se ne sono viste di ogni, ad esempio i "furbetti" del cartellino...
almeno si "sbattevano" per uscire di casa, timbrare il cartellino e poi ritornare a casa a fare gli affari loro
figuriamoci se gli danno lo smartworking, sarebbe come avere vinto al lotto per loro!!
La grande differenza risiede tra privato e pubblico.
Nel primo esistono dei casi di nullafacenza (specie nelle grandi società dove spesso sei solo un numero), nel pubblico tale percentuale è sicuramente più alta perchè alla fine ci rimette solo lo Stato e se chi dovrebbe controllare, non ha alcun riscontro negativo dal suo mancato operato, allora sono tutti contenti... per modo di dire...
Su Treu non mi pronuncio, i risultati delle riforme sono sotto gli occhi di tutti, è ingeneroso però dare tutta la colpa a lui, i successori hanno continuato l'opera di distruzione del mondo del lavoro, ultimo Renzi...
Su Treu non mi pronuncio, i risultati delle riforme sono sotto gli occhi di tutti, è ingeneroso però dare tutta la colpa a lui, i successori hanno continuato l'opera di distruzione del mondo del lavoro, ultimo Renzi...
Potenzialmente anche il privato potrebbe essere fatto da un 80% di nullafacenti...
Solo che nel privato sei mediamente controllato e ti possono anche licenziare (anche se con qualche difficoltà
Nel pubblico neanche se fai l'assenteista ci riescono... quindi chi non ha un'etica, aveva vita facile prima... adesso proprio neanche ha il minimo di rischio di doversi giustificare...
Questo giusto perché a volte è necessario anche ricordare CHI pronuncia certe parole.
Poi se vogliamo possiamo illuderci dicendo che se non ci fossero stato lui il mercato del lavoro avrebbe potuto continuare ad esistere così com'era (il paese del bengodi del posto fisso a vita), ma sarebbe appunto un'illusione perchè che lo si voglia o no il trend era quello e forse l'apporto di Treu ha evitato un mercato del lavoro selvaggio senza regole (vedi riders da qualche anno a questa parte).
O forse vogliamo raccontarci la favola che il lavoro si crea e si plasma per decreto?
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