VMware aumenta il numero minimo di core per licenza a 72 e fa causa a Siemens per presunta pirateria
di Riccardo Robecchi pubblicata il 31 Marzo 2025, alle 17:01 nel canale Innovazione
VMware ha comunicato nuovi limiti per i rivenditori, che dovranno ora acquistare licenze per un minimo di 72 core, e ha avviato un'azione legale contro Siemens negli USA per presunto uso di software senza licenza
Sono in arrivo ulteriori cambiamenti per quanto riguarda le licenze di VMware: a partire dal 10 aprile, infatti, i partner potranno acquistare licenze solo per un minimo di 72 core per ciascun prodotto. A margine di questo cambiamento, l'azienda ha avviato un'azione legale negli Stati Uniti contro Siemens, accusata di aver usato software a marchio VMware senza le necessarie licenze.
VMware ora richiede ordini con un minimo di 72 core
Una delle prime mosse effettuate da Boradcom dopo l'acquisizione di VMware è stata l'eliminazione delle licenze perpetue a favore di quelle ad abbonamento, seguita dall'introduzione di un minimo di 16 core a processore per ciascun contratto di licenza. L'azienda ha ora deciso di apportare nuovi cambiamenti, che i distributori stanno comunicando ai partner: la regola dei 16 core a processore rimane, ma viene introdotto un nuovo minimo per acquistare licenze che è di 72 core per ciascun ordine e per ciascun prodotto.
A comunicare questo cambiamento è Computer Gross, uno dei principali distributori in Italia, in un messaggio su LinkedIn. L'azienda incoraggia i partner a "consolidare i contratti dei clienti per superare questa soglia."
Come prevedibile, sono sorte quasi immediatamente proteste rispetto a questo cambiamento, che sembra andare nella direzione che di fatto Broadcom ha sempre detto chiaramente di voler seguire: ovvero consolidare il mercato e puntare sulle grandi aziende, lasciando invece che quelle più piccole si disperdano, e ciò sarà sicuramente vero per i rivenditori, ma potrebbe diventarlo anche per i clienti.
Su quest'ultimo punto c'è da fare una considerazione doppia. Imporre un minimo di 72 core per ciascun ordine significa che i piccoli rivenditori che si rivolgono a piccole e micro-imprese saranno costretti o a crescere, oppure a rinunciare alla propria attività legata a VMware. Il problema sarà meno sentito per i rivenditori più grandi che gestiscono un grande numero di clienti e/o clienti di dimensioni maggiori. Dall'altro lato, però, questo cambiamento potrebbe essere sentito anche dalle piccole aziende clienti che hanno esigenze più limitate e che per questo potrebbero non generare sufficienti ricavi per i rivenditori di dimensioni più grandi, i quali potrebbero quindi decidere di puntare esclusivamente sui clienti di dimensioni maggiori. Ciò lascerebbe di fatto scoperto il mercato delle piccole imprese, che dovrebbe necessariamente orientarsi su altre soluzioni. Val la pena specificare che si tratta di ipotesi che potranno essere confermate o smentite solo nel corso dei prossimi mesi e anni.
In ogni caso, si tratta di una scelta strategica di Broadcom che è lecita in quanto tale, ma che sembra aver causato malumori significativi nella comunità proprio per il cambio repentino di direzione e per l'evidente preferenza per le realtà più grandi. D'altronde Broadcom sembra intenzionata a spingere moltissimo su VMware Cloud Foundation, il pacchetto più completo di prodotti e servizi che mette a disposizione dei clienti, che ha senso solo per le realtà più grandi e strutturate e che richiede anche competenze maggiori da parte dei rivenditori per assistere i propri clienti, in particolare quando si parla di implementare le funzionalità legate all'intelligenza artificiale che stanno mano a mano arrivando sulla piattaforma. Solo i rivenditori più grandi, o quelli più in grado di crescere, hanno di fatto le risorse per ottenere tutte le certificazioni e di offrire quindi quell'ampio ventaglio di competenze che è necessario per i clienti e i progetti di dimensioni più grandi.
VMware fa causa a Siemens negli Stati Uniti per presunta pirateria
Come riporta The Register, VMware ha avviato un'azione legale contro Siemens negli USA perché quest'ultima avrebbe usato, stando all'accusa, software senza licenza. Il principio della vicenda è nel settembre 2024, quando Siemens ha richiesto a VMware di estendere il contratto per il supporto ai prodotti installati di un anno e ha comunicato una lista dei prodotti e servizi in uso al suo interno.
Tale lista, però, non avrebbe combaciato con quella interna di VMware dei prodotti e servizi venduti a Siemens, e risultava molto più lunga. VMware avrebbe dunque comunicato a Siemens che molti prodotti risultavano senza licenza, ma Siemens avrebbe insistito che la lista era corretta e che sarebbe ricorsa alle vie legali se VMware non avesse fornito il supporto richiesto.
A ottobre, Siemens avrebbe provato a ritrattare e avrebbe inviato una nuova lista, che appariva in linea con quella a disposizione di VMware. Secondo VMware, Siemens "non ha mai fornito una spiegazione credibile del perché avrebbe presentato la lista del 9 settembre e avrebbe insistito che fosse accurata, se questa non rappresentava l'effettivo impiego dei prodotti VMware." A complicare ulteriormente la faccenda ci sarebbe un rifiuto da parte di Siemens di consentire a VMware di eseguire un audit per verificare quali prodotti siano effettivamente impiegati.
La faccenda è ora in attesa della decisione da parte di un giudice in Delaware, che dovrà stabilire se procedere con il processo e come.
18 Commenti
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E noi ci guardiamo intorno, con StoreMagic...
Proxmox se lo usi verametne non è un alternativa tutte le aziende ceh segui che hanno tentato di fare il passaggio sono tornate indietro ha troppi limiti strutturali, certo è gratis ma solo questo è se ti serve il gratis te ne fai ben poco
Io mi domando come una enterprise possa accettare una condizione del genere. Vuol dire perdere il controllo dei costi. Stiamo parlando di infrastrutture che non si migrano da un giorno all'altro, e che richiedono costi di migrazione importanti.
Se poi fossi il CTO di un azienda Europea ci penserei due volte prima di legarmi mani e piedi a un'azienda non europea...
Devono fallire male!
Tutti quelli che sostengono proxmox l'hanno provato solo nella loro cameretta.
L'unica valida alternativa che ho trovato fino ad ora è xcp-ng anche se come prezzi siamo in linea con vmware per cui tanto vale...
Ha il vantaggio di avere alcune cose integrate che in vmware non sono incluse come il backup e il vstor, ed è europea.
Parecchio ostica ma, se ben configurata, a mio parere è alla pari di VMware (che, tra l'altro, ultimamente fa strani casini tipo dispositivi USB che a volte non vengono correttamente messi a disposizione dagli host alle VM...).
La virtualizzazione poi come è fatta, il solito KVM?
Devono fallire male!
Tutti quelli che sostengono proxmox l'hanno provato solo nella loro cameretta.
L'unica valida alternativa che ho trovato fino ad ora è xcp-ng anche se come prezzi siamo in linea con vmware per cui tanto vale...
Ha il vantaggio di avere alcune cose integrate che in vmware non sono incluse come il backup e il vstor, ed è europea.
oddio non è che è così male proxmox
è nettamente più ostico, vero, e devi studiartelo un botto ma c'è da dire che vmware è diventato veramente improponibile per molte pmi
per farti capire serverino piccolino, r&d quindi nessun bisogno di ha, qualche anno fà te la cavavi con esxi free (e per evitare sbattimento compravo server dell che avevo la iso già sistemata a prova di fesso )
ora non si può pensare che piccole aziende passino da 0 ad oltre 8000€ all'anno di licenza.
praticamente il costo licenza di un anno è pari al costo dell'hw questi sono fuori di melone, o meglio hanno scentificamente scelto di mandare a donnine di facili costumi tutto il mercato dei piccoli per spingere solo sulle grandi aziende
ora proxmox ci ha fatto bestemmiare all'inizio, sicuramente è un prodotto molto meno maturo di esxi (per esempio riuscire a far funzionare una vm con de e gpu dedicata è stato un parto maledetto spice ) ma per il resto funziona divinamente
ovviamente se sei una multinazionale con 2 miliardi di fatturato pagare qualche decina di migliaia di euro di licenze non è un grosso problema ma per le tipiche aziende italiane il passaggio a broadcom è stato un salasso
senza contare i casini con gli altri prodotti vmware tipo l'impossibilità di aggiornare il professional che adesso non è in grado di tenere su una debian server per più di 10 minuti
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