Vodafone, sede fuori dal Regno Unito per effetto Brexit?

Vodafone, sede fuori dal Regno Unito per effetto Brexit?

La Brexit potrebbe avere notevoli ripercussioni nel mondo tecnologico, e fra queste Vodafone ha dichiarato che potrebbe spostare il suo quartier generale fuori dal Regno Unito

di pubblicata il , alle 16:01 nel canale TLC e Mobile
Vodafone
 

Il colosso delle telecomunicazioni britannico Vodafone starebbe considerando di spostare il suo quartier generale fuori dalla Gran Bretagna in seguito ai sorprendenti risultati del referendum della scorsa settimana sfociati in quello che viene chiamato Brexit. La perdita della compagnia rappresenterebbe un colpo fortissimo all'interno di un paese che sta cercando di lottare per venire a patti con le potenziali conseguenze economiche del divorzio con i paesi europei voluto dai cittadini.

Vodafone ha dichiarato in una nota stampa che l'adesione all'UE da parte della Gran Bretagna è stato "un fattore importante" nella crescita del brand. Ha inoltre aggiunto che alcuni dei principi essenziali della UE, come la liberta di circolazione delle persone, dei capitali e dei beni, sono stati tutti elementi di vitale importanza per le divisioni regionali del brand. La compagnia ha aggiunto inoltre che "non è ancora possibile trarre conclusioni definitive sulla posizione a lungo termine per la sede".

Vodafone continuerà ad analizzare la situazione e, in base ai riscontri ottenuti, deciderà in maniera oculata per incontrare gli interessi di compagnia, investitori, impiegati e consumatori. Attualmente il quartier generale di Vodafone è a Londra: la società sostiene tuttavia che gran parte dei suoi 462 milioni di clienti e 108 mila impiegati si trova fuori dal Regno Unito. Il 55% del fatturato della società proviene dall'Europa, e solo l'11% deriva direttamente dalla Gran Bretagna.

Alla luce dei risultati del referendum della scorsa settimana le aziende del Regno Unito stanno vivendo una pesante incertezza. Londra deve stabilire nuove relazioni commerciali con i partner stranieri principali e determinare lo stato di immigrazione dei migranti europei che attualmente lavorano nel paese. Ci sono grattacapi anche per aziende e banche: l'agenzia Moody's ha avvertito che i produttori di automobili e alimentari potrebbero soffrire di barriere commerciali e volumi ridotti.

Per le imprese di telecomunicazioni ci si aspetta un aumento del rischio normativo, insieme alle compagnie aeree e ai produttori di farmaci. Fra i settori potenzialmente in crisi troviamo anche quello dell'edilizia, con il declino nella fiducia da parte dei consumatori che potrebbe avere un impatto forte anche nella vendita di case e beni immobili. Acquirenti e investitori stranieri potrebbero trovare Londra come un'opzione meno allettante infatti soprattutto per gli investimenti immobiliari.

38 Commenti
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Aryan30 Giugno 2016, 16:17 #1
Tra un po' saranno gli inglesi a raggiungere l'UE col barcone...
Cfranco30 Giugno 2016, 16:23 #2
Beh, era ovvio
Se i tuoi affari li fai in UE la sede la metti in UE, Vodafone non è la prima e non sarà l' ultima azienda che fugge da Londra, tutte le società che hanno sede da quelle parti ma fanno affari soprattutto in paesi UE stanno pensando di spostare la sede.
Se in GB non vogliono gli europei non avranno neanche i soldi che questi portano in GB, ma forse questo particolare non è entrato in zucca a parecchia gente ( e non solo in GB )
Madcrix30 Giugno 2016, 16:39 #3
Giusto, anche le banche internazionali hanno già annunciato che si spostano, seguiranno anche le corporation, quando si tratta di spendere di più per accedere al mercato unico europeo, i giganti sono sempre pronti a traghettare verso nuovi lidi.
azi_muth30 Giugno 2016, 16:42 #4
L'inghilterra importa più di quanto non esporti: è in Europa il 2° mercato per la Germania ed il 3° per Francia e Italia....non credo che ci rinunceranno dalla sera alla mattina.
L'Europa è governata dagli interessi nazionali dei singoli paesi piuttosto che da una visione di politica futuro comune...

Se concederanno, come molto probabile, l'accesso al mercato libero non cambierà proprio nulla e gli inglesi avranno ottenuto ciò che volevano.
ziobepi30 Giugno 2016, 16:45 #5
Mi spiace per gli amici inglesi,
che passeranno l'inferno,
ma se la sono cercata
Krog30 Giugno 2016, 16:54 #6
ciaone inghilterra!
Aryan30 Giugno 2016, 17:04 #7
Originariamente inviato da: azi_muth
...
Se concederanno, come molto probabile, l'accesso al mercato libero non cambierà proprio nulla e gli inglesi avranno ottenuto ciò che volevano.


Invece mi pare palese che si voglia andare nella direzione opposta, almeno i proclami dicono ciò...
Cfranco30 Giugno 2016, 17:09 #8
Originariamente inviato da: azi_muth
Se concederanno, come molto probabile, l'accesso al mercato libero non cambierà proprio nulla e gli inglesi avranno ottenuto ciò che volevano.

da quel che vedo Francia e Germania propendono per il "pagherete caro, pagherete tutto", altro che accesso al mercato libero
azi_muth30 Giugno 2016, 17:14 #9
Originariamente inviato da: Cfranco
da quel che vedo Francia e Germania propendono per il "pagherete caro, pagherete tutto", altro che accesso al mercato libero


Beh questo lo dicono adesso a parole, fanno i duri, visto la sveglia che hanno preso... ma è un bluff.
Di fatto nessuno in Europa può permettersi di perdere il mercato inglese anche in ottica pro Europa ( quella rimasta)
Le fabbriche e disoccupati andrebbero a incrementare il serbatoio elettorale degli anti-europeisti.

Poi a mio parere la brexit per noi italiani non è un fatto negativo anzi...
Cfranco30 Giugno 2016, 17:23 #10
Originariamente inviato da: azi_muth
Di fatto nessuno in Europa può permettersi di perdere il mercato inglese anche in ottica pro Europa ( quella rimasta)

Ni
Dipende da cosa ci guadagni in cambio
Perchè Dublino, Parigi e Francoforte si stanno leccando i baffi al pensiero di quello che possono portare via dalla borsa di Londra
E pure a Edimburgo stanno preparandosi a banchettare visto che adesso l' indipendenza della Scozia è praticamente sicura
Se il mercato inglese è importante è anche e soprattutto perchè ci sono parecchie aziende che riesportano poi in UE, non certo per il mercato interno

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